Giorgio Napolitano. Artefice o protagonista del suo tempo?

Giorgio Napolitano. Artefice o protagonista del suo tempo?

Un enigma, dietro quella sua immagine di uomo colto e mite che metteva in evidenza lo stretto rapporto che lega l’educazione alla politica, celava inconfessabili verità sui più grandi misteri della storia repubblicana italiana, dalla formazione della prima costituzione nazionale ad oggi.

È stato un importante protagonista durante la guerra fredda per i suoi stretti legami con l’Unione Sovietica e protagonista della caduta della cortina di ferro con l’abbattimento del muro di Berlino fino al disgelo tra le due potenze oggi di nuovo nemiche, Usa e Russia.

È stato il Presidente comunista della Repubblica Italiana grazie anche ad un cambiamento epocale della politica italiana che ha posto l’ex Pci, il suo partito di origine, al governo della nazione.

Dobbiamo ammettere che il cambiamento epocale che lo ha portato alla carica più alta non fu solo politico ma anche culturale e di organizzazione dello stato in cui il regime di democrazia competitiva attivo fino agli anni 80, caratterizzato da un alto grado di inclusione ha ceduto il passo ad un sistema caratterizzato dal passaggio del cittadino ad una percezione di disadattato escluso dai processi politici, con un regime che ammette solo applausi e adulazione ed in cui chi controlla la finanza controlla anche la politica. Un mondo diviso fra creditori e debitori, dove i creditori non danno pace e non vogliono sentire ragione. Insomma un’epoca caratterizzata dalla fuga dei cittadini dai partiti che non sono ritenuti più interpreti delle istanze popolari e quindi della politica ma portatori di interessi spesso percepiti come oscuri. Un processo avviato da qualche decennio di cui ancora non si conosce il percorso.

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