Conguaglio fiscale, una brutta sorpresa per molti lavoratori della scuola

Conguaglio fiscale, una brutta sorpresa per molti lavoratori della scuola

Il mese di febbraio 2024 porta con sé il conguaglio fiscale, il calcolo definitivo delle imposte e delle addizionali dovute dai lavoratori dipendenti al termine dell’anno solare. Per molti docenti e ATA, questo significa un taglio dello stipendio, visibile nel cedolino NoiPA.

 

CHE COS’È IL CONGUAGLIO FISCALE?

Il conguaglio fiscale è il confronto tra le ritenute d’acconto applicate ogni mese nel cedolino e l’imposta effettivamente dovuta sulla base delle retribuzioni corrisposte nel corso dell’anno. Questo processo, gestito da NoiPA, determina se il lavoratore ha un credito o un debito nei confronti dello Stato.

Un credito si verifica quando l’imposta dovuta è inferiore alla somma delle ritenute già applicate, e in questo caso il lavoratore riceve un rimborso e un importo più alto dello stipendio.

Un debito si verifica quando l’imposta dovuta è superiore alla somma delle ritenute già applicate, e in questo caso il lavoratore subisce una trattenuta e un importo più basso dello stipendio.

Purtroppo, per molti lavoratori della scuola, il conguaglio fiscale si traduce in un debito, a causa di vari fattori.

Uno di questi è l’applicazione delle nuove aliquote Irpef, che prevedono una lieve riduzione solo per coloro che guadagnano più di 28.000 euro lordi annualmente. Per gli altri, le aliquote restano invariate, e anzi, per alcuni scattano le addizionali regionali e comunali.

BONUS RENZI

Un altro fattore è il conguaglio del bonus Renzi, il credito d’imposta di 100 euro mensili introdotto nel 2015. Questo bonus è soggetto a limiti di reddito, e chi li supera deve restituire la somma percepita. Il conguaglio di fine anno permette di verificare se il lavoratore ha diritto o meno al bonus, e in caso negativo, di recuperare il dovuto.

INDENNITÀ DI VACANZA CONTRATTUALE

Infine, un fattore che riguarda solo il personale della scuola è l’indennità di vacanza contrattuale (IVC), prevista dal Contratto 2019/21.

Questa indennità, che sarà riassorbita quando sarà firmato il Contratto 2022/24, ha aumentato il reddito imponibile dei lavoratori della scuola, e di conseguenza le imposte dovute.

Il risultato di questi fattori è che molti lavoratori della scuola hanno visto il loro stipendio di febbraio 2024 ridotto di circa 200 – 300 euro.

Una brutta sorpresa, che non tiene conto delle difficoltà e delle esigenze di una categoria che attende da tempo un rinnovo contrattuale adeguato e una valorizzazione professionale, cosa non vista e percepita nemmeno con la firma dell’ultimo contratto firmato, purtroppo.


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1 Comment

  1. Cristina Ballotta

    È una scandalosa vergogna, svolgiamo.un lavoro debilitante ed usurante, poco considerato, ipersfruttato ed il governo, anziché agevolare e incoraggiare chi lo fa soprattutto per passione, abbatte, ancora una volta, la mannaia fiscale sulla nostra categoria e lo fa con dolo.
    Questo salasso è edito ulteriore della derisoria manovra di dicembre che ha visto distribuire le quote degli arretrati di rinnovo contratto tutto d’un botto, come fosse in regalo, per riprenderseli con le aliquote maggiorate- e quindi annullando ogni beneficio – ed ora, avendoci fatto superare la fascia reddituale, si sono automaticamente autorizzati a sforbiciata anche questo stipendio.
    Non hanno pudore né senso di responsabilità, questo vuol dire, una volta di più dimostrare quanto la scuola e chi ci lavora per chi ci governa sia priva di valore

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