Aggressione a un preside

Arriva dal web la lettera di un docente, Andrea Maggi, ai genitori violenti che ogni giorno ostacolano il lavoro del personale scolastico, rendendone vana la portata educativa, o almeno provandoci. Non serve aggiungere altro, se non l’invito a leggerla. Ecco il testo, divenuto virale in poche ore:

“Ciao, sono Andrea Maggi e sono un insegnante.
Ho letto di quel dirigente scolastico di Taranto picchiato da due genitori.
A voi genitori violenti dico una cosa: se pensate che ce lo meritiamo, venite pure e picchiateci tutti. Ma proprio tutti. Insegnanti, dirigenti, collaboratori scolastici. Tutti.
Perché noi tutti siamo lì per i vostri figli. Lavoriamo perché non diventino come voi. Perciò, se avete paura che noi li renderemo migliori di voi, e questo vi dà fastidio, ebbene allora siamo tutti colpevoli. Perciò venite a darcele.

A noi, che ogni giorno cerchiamo di insegnare l’educazione ai vostri figli perché voi non gliela insegnate.

A noi, che cerchiamo di strapparli dalla dipendenza dei social a cui voi li avete assuefatti come tanti tossici.

A noi, che cerchiamo di farli crescere rispettosi dell’ambiente e del prossimo, solidali, empatici e generosi, quando voi li avete cresciuti arroganti, egoisti, individualisti, neghittosi, razzisti e veniali.

A noi, che siamo sempre pronti a ricevervi, quando invece l’idraulico vi chiede 50 euro solo per la chiamata (e viene quando gli pare).

A noi, che ci sentiamo frustrati, perché per voi quello dell’insegnante non è nemmeno un lavoro e lo dite anche ai vostri figli.

A noi, che comunque, anche se ci pesterete a sangue non reagiremo, perché siamo messaggeri di pace e nonviolenza.

A noi, che non guardiamo il colore della pelle dei nostri alunni né il conto in banca dei loro genitori, perché per noi uno vale uno; mentre voi inculcate ai vostri figli che uno ricco vale cento e uno povero vale zero.

A noi che siamo imparziali, mentre voi pretendete che siamo severi con tutti, ma che nessuno tocchi i vostri figli!

A noi, che non abbiamo nemmeno il tempo di andare a fare le visite specialistiche che dovremmo fare, mentre voi prima di esservi fatti un selfie in bagno non uscite di casa per fare l’aperitivo.

A noi, che abbiamo studiato per decenni, e che continuiamo a farlo, mentre voi ci date contro perché siete i tuttologi dell’internet.

Venite pure a pestarci. Noi porgeremo l’altra guancia e andremo avanti per la nostra strada. Perché è quella giusta”.

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