Per la maggioranza del mondo, MathSpeak e la matematica inclusiva sono concetti del tutto oscuri, esattamente come per la Plenaria ONU a cui il matematico italiano Michele Mele ha presentato l’argomento venerdì scorso. 

Eppure, il tema dell’Inclusione è sempre al centro della nostra società: dopo millenni di abilismo, decisori e popolazione si sono resi conto del valore immenso che la diversità umana rappresenta, proprio quanto la biodiversità in Natura, per lo sviluppo delle opportunità future della collettività.
In questo passaggio di focus dal saper fare alla persona, fioriscono quelle occasioni di crescita e buone pratiche in cui si colloca appunto MathSpeak.

Lo scorso 09 febbraio, l’italiano Michele Mele, dottore e ricercatore in matematica in forza all’Università del Sannio, ha quindi tenuto un intervento all’ONU, per proporre una metodologia inclusiva nella didattica della matematica.
Il Dott. Mele, salentino classe 1991, affetto da eredodegenerazione retinico-maculare, già autore dei libri “L’Universo tra le dita. Storie di scienziati ipovedenti o non vedenti” (Efesto Edizioni, 2021) e de “Il richiamo della strada” (Efesto Edizioni, 2023), tra le altre cose è membro della campagna “Science in Braille”, un programma globale della Royal Academy of Science International Trust (RASIT) che promuove l’equità e l’inclusione degli scienziati ciechi. 

Science in Braille è un collettivo di scienziati ciechi e ipovedenti, fondato dalla principessa irachena Dr. Nisreen El Hashemite e raccoglie personalità da tutto il mondo, basti pensare alle località di provenienza della squadra operativa: Iran, Massachusetts, Italia, California, Canada, Ohio, Mississipi e Inghilterra. 

È in veste di Education Officer per Science in Braille che il dott. Mele ha presentato, quindi, la proposta che il sistema di comunicazione orale della matematica chiamato MathSpeak venga diffuso e utilizzato in tutte le nazioni del mondo.
Questo sistema, messo a punto dal professor Abraham Nemeth nei lontani anni 70, riesce a rendere in maniera efficace e non ambigua la verbalizzazione delle formule, permettendo agli ipovedenti e non vedenti di accedere in maniera proficua alla materia, eppure a distanza di cinquant’anni continua ad essere poco conosciuto e poco usato: insomma, siamo di fronte ad un facilitatore inclusivo di potenzialità incredibili, ma dimenticato in un cassetto.
Mettendosi a disposizione dell’ONU, il matematico e la squadra di lavoro di Science in Braille auspicano di iniziare a costruire delle relazioni operative ed efficaci, per permettere l’abbattimento di una barriera che priva la società globale di ottimi scienziati e i giovani ragazzi della possibilità di scegliere quali sogni inseguire nella loro vita.

 

Di seguito, il discorso integrale del Dott. Michele Mele:


Buon giorno Signore e signori. Sono il Dott. Michele Mele dell’Università del Sannio, Italia e responsabile didattico della campagna Globale “Scienza in Braille”.

Essendo io stesso un matematico non vedente, conosco i pregiudizi e gli ostacoli che ipovedenti e non vedenti incontrano quando si avvicinano alla matematica, specialmente nei primi anni di scuola, sono consapevole del problema dell’ambiguità della matematica presentata oralmente nelle classi. Se, a causa del fatto di non poter leggere alla lavagna o sul foglio, ci si deve affidare a ciò che l’insegnante esprime ad alta voce, si è anche completamente dipendenti da come le formule vengono presentate oralmente. Si tratta di un terreno insidioso, ma abbiamo una soluzione. Si chiama MathSpeak.

È stata sviluppata dallo scienziato non vedente Abraham Nemeth negli anni ’70 ed è un semplice insieme di regole per presentare la matematica a voce  in modo compatto e non ambiguo senza creare alcun fraintendimento. 

Ricerche scientifiche hanno dimostrato che, con solo poche ore di formazione, gli insegnanti possono azzerare il livello di ambiguità nel presentare la matematica oralmente. Mathspeak è stato inoltre testato con successo all’interno di assistenti vocali per migliorare il rendering delle formule matematiche.

Sfortunatamente, nonostante la sua elevata efficacia, MathSpeak è conosciuto solo in pochi paesi di lingua inglese. E, proprio come il problema che si prefigge di eradicare, è ignorato nel resto del mondo. Come Education Officer della campagna mondiale “Science in Braille”, il mio obiettivo è quello di sostenere i decisori nei sistemi scolastici dei governi e delle diverse istituzioni interessate all’inclusione: abbiamo bisogno di diffondere MathSpeak per cancellare la barriera tra le persone con patologie della vista e la scienza che spiega la nostra democrazia, il nostro Universo e la nostra società. Abbiamo bisogno di MathSpeak per creare una società più giusta. Grazie a tutti.

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