Siamo al giorno 11 del mese di aprile. Anno Domini 2024.

Mancano soli 4 giorni alla scadenza dei 6000 contratti di lavoro PNRR e AGENDA SUD dei collaboratori scolastici del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

E la politica ha ritenuto di non dover dare alcuna risposta alla scuola.

Il potere vuole un popolo ignorante. A dirlo erano i latini. Oggi lo dice il Dottor Nicola Gratteri, magistrato antimafia.

La scuola non è nell’agenda della politica. Non si salva nessuno. Ne a destra, ne a sinistra. Tagli al personale, riforme, controriforme. Tutto e il contrario di tutto.

Da anni si dibatte sul vero significato del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il passo considerato più significativo del romanzo è la famosa battuta pronunciata da Tancredi, nipote del protagonista don Fabrizio, principe di Salina: «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi». Un pensiero che viene comunemente semplificato in: «tutto deve cambiare perché tutto resti come prima».

Ne è derivato il termine «gattopardismo», che designa l’atteggiamento di chi, avendo fatto parte del ceto dominante in un regime precedente, simula di essere promotore di una nuova situazione politica, per poter conservare il potere.

A noi comuni mortali, non resta che prenderne atto.

Fino ad un certo punto, però.

In questa farsa, dal sapore tipicamente italiano, siamo ai titoli di coda. E come in ogni rappresentazione alla fine scorrono i nomi dei protagonisti.

Questa volta faremo noi i nomi ed i cognomi.

Iniziamo, con Rossano Sasso, pugliese della Lega, già docente e segretario UGL Scuola.

A lui va dato il merito di aver introdotto l’organico aggiuntivo PNRR per l’anno scolastico 23/24.

Ma qualcosa dev’essere andato storto considerato che, come sembra ad oggi, il 15 aprile p.v. 6000 collaboratori scolastici andranno a far compagnia ai 4000 assistenti amministrativi già licenziati il 31 dicembre.

Finendo col gravare, se qualcuno non se ne fosse reso conto, sulle casse dell’INPS.

La Naspi dovrebbe essere l’estrema ratio.

Il governo Meloni invece, a quanto pare, ne farà un uso smodato. 

L’importante era abolire il reddito di cittadinanza per favorire l’occupazione!

Ma anche in questo caso, dev’essere andato storto. Poi c’è Ella Bucalo, siciliana di FDI, già DSGA; per lei vale quanto detto per il collega di maggioranza Sasso e nulla di più.

Passiamo al sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito on. Paola Frassinetti.

Da lei abbiamo saputo che il governo condivide la scelta di prorogare i contratti dei 6000 collaboratori scolastici e che i tecnici del Mef sono al lavoro per reperire le risorse necessarie pari a 20 milioni di euro.

Chi cerca trova, si dice. E chissà mai se il ministro Giorgetti dovesse trovarli questi soldi.

Un ruolo da premio oscar come miglior comparsa andrebbe al Ministro Valditara. 

Da lui il silenzio assoluto sulla questione. Quasi come se la cosa non gli appartenesse.

Forse troppo impegnato sul Ramadan o nel mettere tetti agli studenti più che alle scuole che cadono a pezzi.

E poi c’è Elly Schlein, la pasionaria di sinistra con i suoi seguaci, quelli della legge Zan, dello ius soli, dei porti aperti e dell’entrate tutti che tanto c’è posto. E poco importa che ad uscire (dal mondo del lavoro) siano diecimila lavoratori. Tanto la scuola mica è un argomento di sinistra?! Da lei non una parola.

Poi ci sono i quattro “colossi” del mondo sindacale italiano: FLC CGIL, CISL, Uil ed Anief.

Della CGIL e della UIL ne abbiamo apprezzato (si fa per dire!!) il tempismo e la tenacia nell’adottare strategie di lotta a favore dei lavoratori.

Un bradipo con l’artrosi avrebbe fatto di meglio.

La FLC CGIL dichiara lo stato di agitazione solo 5 giorni fa ed oggi incontra i vertici del Ministero del lavoro. FLC CGIL ha avviato nei confronti del Ministero dell’Istruzione e del Merito la procedura di cui alla legge n. 146/1990, in materia di diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali del personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA) nel settore scuola nel settore scuola del Comparto Istruzione e Ricerca. Di solito, lo sciopero si proclama prima che si verifichi un evento dannoso e non dopo.

Ma forse i rudimenti sindacali dello scrivente comitato non sono all’altezza delle competenze del colosso di Via Leopoldo Serra.

La UIL, invece, per non essere da meno, organizzerà il 23 aprile una manifestazione teatrale in quel del Teatro Italia a Roma.

Una reunion dal sapore italiano della serie “Cari ATA, vi vogliamo tanto bene. Ma noi più che non firmare i contratti non possiamo”. Arrangiatevi, diceva Totò alla finestra.

E tutto questo ben 8 giorni dopo il licenziamento dei seimila lavoratori della scuola, che sommati ai quattromila già licenziati a dicembre fanno diecimila!

CISL, in prognosi riservata e quindi non pervenuta.

Anief, fa quello che può, essendo un sindacato la cui prevalente vocazione è la tutela del corpo docente.

E poi c’è la fantomatica Commissione bilancio.

Per restare in tema cinematografico, quella che Ugo Fantozzi definirebbe il Gran Consiglio dei dieci assenti.

E difatti, quasi dieci comunicati sono stati inoltrati da questo comitato a tutti i componenti. 

E tutti, puntualmente, rimasti lettera morta.

A partire dal Presidente Mangialavori, fresco vincitore del Premio Italian Political Award, manco se fosse alla notte degli Oscar, passando per Letizia Giorgianni (dalla quale siamo ancora in attesa di una risposta ad una sua richiesta di contatto) finendo in ordine alfabetico con Andrea Tremaglia.

E poi c’è lei.

Il Presidente Giorgia Meloni al quale non possiamo fare altro che ribadire le nostre richieste.
Ricordiamo ai sindacati ed alla politica che i collaboratori scolastici svolgono compiti di primaria importanza per il regolare funzionamento degli istituti scolastici, dalla vigilanza degli alunni alla pulizia e sanificazione degli ambienti, alla manutenzione, oltre a garantire il corretto svolgimento delle attività pomeridiane, finanziate proprio con i fondi PNRR e necessarie per disincentivare la dispersione scolastica nelle aree disagiate del Paese.

Molti di loro, contando sulle promesse di un governo in carica, nel pieno esercizio delle sue funzioni, e non basate su campagne elettorali, hanno investito nella credibilità delle istituzioni accettando incarichi di organico aggiuntivo PNRR fuori dalla regione di residenza, lasciando i propri figli e le proprie famiglie a centinaia di chilometri di distanza, pagando affitti esosi ed affrontando notevoli difficoltà in termini logistici ed economici.

La loro perdita causerebbe un’ulteriore carenza di personale, con ricadute negative sulla qualità dell’istruzione e sulla sicurezza degli studenti e delle stesse scuole, già a corto di personale.

E la situazione è destinata a peggiorare. 

I progetti e le attività a carico delle scuole aumentano.

I pochi collaboratori scolastici rimasti non possono addossarsi tutte le responsabilità, e il rischio è di un calo drastico della qualità dei servizi offerti.

Il Comitato, in diverse comunicazioni, già inviate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro Valditara, a tutti i politici di maggioranza del comparto scuola, ai membri della Commissione Bilancio della Camera, ai sindacati ed agli organi di stampa, chiede un intervento urgente del governo per reperire i fondi necessari a prorogare i contratti in scadenza e, per il futuro, ad attuare ogni iniziativa utile a far si che l’organico aggiuntivo, dapprima utilizzato durante la pandemia e ora grazie ai fondi PNRR, divenga “strutturale”.

La proroga è una questione di urgenza assoluta, non solo per tutelare i diritti dei lavoratori, ma anche per garantire il regolare svolgimento delle attività scolastiche.

Comitato per la proroga dei contratti Pnrr e Agenda Sud dei Collaboratori Scolastici del Ministero dell’istruzione e del Merito

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