Si è trasformato in boomerang il tentativo di censura della RAI al monologo di Antonio Scurati, docente di scrittura creativa all’Università IULM di Milano, giornalista e scrittore, Premio Strega nel 2019 con un romanzo storico su Mussolini, considerato il primo nel suo genere. Da accordi presi, Scurati avrebbe dovuto essere ospite nella puntata di ieri, 20 aprile, del programma “Chesarà”, condotto su RAI 3 da Serena Bortone il sabato e la domenica in prima serata. La giornalista aveva divulgato la notizia dell’annullamento dell’ospitata di Scurati già in mattinata attraverso i social, precisando di averlo appreso per caso a meno di 24 ore dalla messa in onda e di non aver ricevuto, in merito, alcuna spiegazione. La stessa è poi arrivata da Repubblica, che ha reso nota la mail con cui la RAI comunicava a Scurati che il suo intervento era stato annullato “per motivi editoriali”. Nulla a che vedere, dunque, con la tesi avanzata da diverse testate giornalistiche che, nel frattempo, avevano divulgato la notizia che si fosse trattato di un problema legato al compenso richiesto dallo scrittore, ovvero 1800 euro, per un monologo antifascista scritto apposta per la puntata che anticipa il 25 aprile che, partendo dal delitto di Giacomo Matteotti, descrive i comportamenti del Duce in quella circostanza. La Bortone non è stata a guardare, ha deciso di capire, ha sentito Scurati ed insieme hanno trovato la soluzione per portare alla luce quello che, per esclusione, si è rivelato un vero e proprio tentativo di censura della televisione di Stato sulla libera manifestazione di pensiero, quella che la nostra Costituzione sancisce all’art.21. Scurati ha affidato il monologo alla Bortone e lei, in apertura della trasmissione, lo ha letto in diretta dopo una breve introduzione: “Siccome ho letto ricostruzioni fantasiose e offensive, preciso che la reazione di Scurati è stata di avermi regalato il testo che aveva scritto per noi, autorizzandomi a leggerlo, cosa che adesso farò”.  E così ha fatto, rendendo l’intera vicenda virale in pochissime ore. Ad aumentare ulteriormente il clamore legato al caso ci ha poi pensato il botta e risposta via social fra la Premier Meloni, che ha deciso di intervenire sulla questione, e lo stesso Scurati: la Meloni ha pubblicato il testo del monologo censurato avallando la tesi dell’annullamento per motivi economici,  smentita da Repubblica, premettendo alcune considerazioni: “… la sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”, ed aggiungendo: “non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo… perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini”. Da cui la risposta di Scurati attraverso una lettera affidata a Repubblica : “Gentile Presidente… quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso… La decisione di cancellare il mio intervento è evidentemente dovuta a “motivazioni editoriali”… Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato… Questa, gentile Presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?”.

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