Liquidazione Tfs

 

Liquidazione Tfs. La situazione si complica con l’esaurimento dei fondi Inps (tasso ordinario) che fa presagire un futuro certo di attesa e forse…

Liquidazione Tfs. Prosegue la trattenuta indebita

Liquidazione Tfs. Il tema è stato affrontato nei mesi scorsi. L’impasse che si è venuto a creare è dovuto unicamente alla presenza di un enorme debito pubblico . Da qui l’inascoltato invito (?) della Corte costituzionale a eliminare la condizione di ineguaglianza tra pubblico e privato (Giugno 2024). Nell’ultimo mese la Ragioneria dello Stato ha espresso parere sfavorevole al ripristino di tempi costituzionali. La dichiarazione  “La disposizione, attraverso la riduzione dei termini per il pagamento del Tfs/Tfr da 12 a 3 mesi» e «la rivalutazione dei limiti di importo per l’erogazione rateale del medesimo trattamento» – si legge nella nota della Ragioneria – determina «effetti peggiorativi sui saldi di finanza pubblica, in particolar modo in termini di fabbisogno e di indebitamento netto, privi di copertura». Questi oneri, che nel testo «non sono indicati» – rileva la Ragioneria -, nella relazione tecnica dell’Inps sono quantificati in 3,8 miliardi per quest’anno. Senza dimenticare che «la decorrenza retroattiva potrebbe alimentare contenziosi e comportare, pertanto, ulteriori oneri” (W. Rizzetto)

Niente anticipazione ordinaria

Qualche giorno fa chi sperava in un anticipo ordinario del Tfs (da non confondere con l’anticipo a tasso agevolato) ha avuto un’amara sorpresa. Qualche giorno fa L’Inps dichiarava  “Con riferimento alla prestazione di anticipazione ordinaria del TFS/TFR in favore degli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali istituita con la deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell’INPS n. 219 del 9 novembre 2022 – si legge nel documento dell’Inps -, si comunica che le risorse finanziarie a essa destinate nel Bilancio di previsione dell’INPS per l’anno 2024 sono, sulla base delle stime effettuate, in via di esaurimento».«A tale riguardo – continua l’ente di previdenza – , poiché il Regolamento relativo alla prestazione in oggetto, approvato con la citata deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell’INPS n. 219 del 2022, prevede, all’articolo 1, comma 3, che l’erogazione dell’anticipazione ordinaria del TFS/TFR avvenga “nei limiti delle disponibilità finanziarie destinate annualmente nel bilancio dell’INPS”, si comunica che a partire dal 25 aprile 2024 è inibita la presentazione di nuove domande

Le preoccupanti prospettive

Quindi lo scenario si complica. Sicuramente il futuro porrà nuovi problemi. L’UE ha votato le nuove regole per il rientro del debito. Per i Paesi, come il nostro che ha attualmente un debito pubblico del 137%, l’impegno risulterà molto duro. Per i prossimi quattro anni dovrà destinare l’ 1% del Pil (circa 13 miliardi di €) a rientrare o quanto meno ad avvicinarsi al 60% stabilito dalle regole di Maastricht. Rilevanti quindi le risorse annue, corrispondenti a quasi la metà dell’ultima legge di Stabilità. Quali le conseguenze? Sicuramente le prime voci alle quali si guarderà saranno la Scuola, la Sanità e le pensioni (comprensivo di Tfs e Tfr). Pessimismo? No realismo fondato purtroppo sui dati economici che riducono gli spazi per un ripensamento anche sulla liquidazione del Tfs in tempi ragionevoli.

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