Bastano anche 16 punti per tornare al Nord, mentre al Sud non si torna nemmeno con 300, ed alcune province sono raggiungibili solo in presenza di L.104 (personale). È questo il primo dato davvero sconfortante che balza fuori dagli esiti della mobilità diffusi ieri dal Ministero. Migliaia di docenti si sono visti recapitare la mail che attendevano con ansia da giorni, ed hanno riversato sui social gioie e dolori, dipingendo un quadro dai colori sempre più nitidi:

in tema di mobilità interprovinciale l’Italia è un paese spaccato in due, in cui la carenza di cattedre al Sud e quella di insegnanti al Nord crea disservizio, discriminazioni, ed un clima generale di malessere che puntualmente si riversa nelle scuole e nelle vite dei docenti e delle loro famiglie.

– “Resto a 300 km da casa, con un matrimonio in programma a giugno ed un padre oncologico che ha bisogno di me” – “Ci speravo tanto, dopo 9 anni sarò di nuovo costretta a mettermi in aspettativa senza stipendio” – “Arriverò alla pensione senza poter rientrare”: sono alcuni esempi di commenti dei docenti che non hanno ottenuto il trasferimento. Molte le perplessità sui rientri con precedenze, che preannunciano innumerevoli richieste di accesso agli atti: “con 200 punti resto a 250 km da casa superato da colleghi con 35 punti” – “la 104 deve essere controllata, non è possibile che sono malati e poi li vedi sui social a fare la bella vita sulle barche e in giro per il mondo” – “Nella mia città un solo trasferimento interprovinciale con 104, non è possibile” –  “No 104 no party”: il tenore è questo e c’è chi è pronto a scommettere che ci siano un bel pó di irregolarità da verificare. Molti anche i passaggi di ruolo, il cui meccanismo di assegnazione delle cattedre non risulta sempre chiaro: il passaggio di ruolo si è trasformato nello stratagemma più utilizzato per avvicinarsi a casa, accontentandosi di doverlo fare a tappe. Napoli è satura persino sul sostegno, almeno alla secondaria di secondo grado, e al di sotto dei 100 punti non si torna, senza considerare le classi cronicamente in esubero come la A045 e la A046, che non hanno alcuna speranza di rientrare nemmeno con il doppio dei punti. I docenti immobilizzati sono sul piede di guerra, sempre più emarginati da un sistema che del merito, in tema di mobilità, dimostra di non avere alcuna considerazione, nonostante sia il biglietto da visita dell’attuale Ministero dell’Istruzione. Ben diversa la situazione al Nord, dove i docenti possono insegnare sotto casa nella stragrande maggioranza dei casi, potendo in tal modo permettersi di pianificare la loro vita nel medio e nel lungo termine, pur nelle difficoltà legate ad uno stipendio sempre più inadeguato ad un tenore di vita almeno dignitoso. Eppure tutti quelli soddisfatti dalla domanda di trasferimento esprimono enorme gratitudine per il traguardo raggiunto, a riprova che anche uno stipendio basso, se sicuro e con le dovute garanzie di stabilità, può fare oggi la differenza.

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