Nel 1981 uscì sui grandi schermi Ricomincio da tre, il primo film da regista di Massimo Troisi, celebre attore napoletano scomparso prematuramente nel 1994. Il film ambientato tra Napoli e Firenze, gli valse oltre ad incassi record, anche la vittoria di due David di Donatello (il miglior film e miglior attore). Si parte da San Giorgio a Cremano, un comune a ridosso di Napoli.
Qui vive Gaetano, un ragazzo timido che passa il tempo a tentare di convincere un secchio a spostarsi, con la telecinesi. Vive in famiglia con il padre, la madre, il fratello e la sorella. Stancatosi della vita provinciale, decide di spostarsi a Firenze, presso la zia paterna.
Le avventure iniziano subito: un automobilista gli offre un passaggio, ma si rivela però essere un depresso con tendenze suicide, che ha deciso di farla finita proprio con un incidente d’auto. Gaetano riesce a dissuaderlo dai suoi propositi, accompagnandolo ad un centro d’igiene mentale, a Firenze. Qui incontra l’infermiera Marta, dalla quale rimane colpito.
Finalmente arriva a casa dalla zia, ma decide di abbandonare l’abitazione poiché la stessa zia intrattiene un rapporto con un amante che tiene nascosto alla famiglia. Incontra Frank, un predicatore amico della zia. Il giorno dopo il cambio di casa, Gaetano ritrova Marta e stringe con lei una forte amicizia.
Nel frattempo Frank convince Gaetano ad accompagnarlo nelle sue predicazioni, portandolo a casa della signora Ida, un’anziana dal carattere duro e dalla mentalità retriva, madre di Robertino (interpretato da Renato Scarpa), un attempato ragazzo che a causa dell’oppressione materna è cresciuto con molte timidezze e complessi. E questa è una delle migliori scene del film.
La scena è stata analizzata in tutti i suoi dettagli e nell’esegesi che troverete in Stranger things c’è uno straordinario accostamento tra la sceneggiatura e il personaggio di Perceval.
Stranger things e gli anni Ottanta
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