irene manzi

Dopo un’ intensa nottata, il testo proposto da Roberto Calderoli sull’autonomia differenziata  diventa legge.

Il Disegno di legge n. 615  prevede, attraverso i dieci articoli di cui si compone, che le Regioni possano assumere competenze esclusive nei 23 ambiti selezionati dal legislatore, tra cui salute, istruzione, ambiente, sport, energia, trasporti, cultura e commercio estero.

Il  trasferimento delle materie alle Regioni avverrà solo dopo la determinazione dei LEP (livelli essenziali di prestazione)  anche nelle Regioni che non hanno richiesto l’autonomia, e sulla base delle risorse disponibili.

Anche il comparto dell’ istruzione, dunque, risulta tra quelli identificati per l’avvio delle deleghe autonomistiche.

L’onorevole Irene Manzi, responsabile scuola del partito democratico commenta così il provvedimento : “Anziché occuparsi di un’emergenza nazionale, cioè i divari territoriali evidenziati dai dati della dispersione scolastica, che già in Italia è superiore alla media europea, chi ha sostenuto questa legge  assegna alle regioni la possibilità di intervenire e di legiferare in materia di istruzione, andando a determinare, in un solo Paese due scuole diverse, tra Nord e Sud.”

Con quali conseguenze?

” Si aprirà ancora di più la forbice che interessa il tempo-scuola, le mense scolastiche, gli asili nido o l’edilizia scolastica. La legge che è stata approvata mette da parte la coesione sociale e umana che passa proprio dalla scuola e che ora rischia di essere minata.”

Cosa cambierà per i docenti, secondo lei?

“Il nuovo centralismo regionale  mette pericolosamente a repentaglio proprio la libertà di insegnamento e l’autonomia scolastica come espressione di una comunità, non come frutto di una mera delega. Mentre si inneggia all’ autonomia differenziata si negano risorse, mezzi, senza i quali i docenti non possono lavorare bene e nell’interesse dei ragazzi.” 

L’autonomia differenziata porterà alle tanto discusse gabbie salariali?

“Questo sarà un nodo cruciale, visto che che proprio il Ministro ha più volte parlato della valorizzazione dei docenti, mi chiedo in che modo pensa di  conciliare questo asserto  con la  distinzione degli stipendi tra i docenti del Nord e del Sud.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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