Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale. La strisciante amplificazione semantica. E’ una nostra creazione

Intelligenza artificiale. L’amplificazione semantica

Intelligenza artificiale. E’ il tema del momento. Molti ne parlano, condizionati dal meanstream del nuovismo. In altri termini occorre esprimere la propria opinione, amplificando il concetto stesso di intelligenza.
Andiamo però con ordine. Rispetto al digitale di qualche anno fa (non più di due). prodotto del codice binario 0 e 1 che impediva qualunque tipo di interpretazione della realtà, l’IA ha conseguito un certo grado di interazione che replica (molto alla lontana) quella umana.
Indubbiamente la capacità di calcolo e di immaganizzazione delle informazioni dei dispositivi digitali ha superato ampiamente quella umana. Questo ha comportato un alleggerimento della nostra memoria, avviando quel processo di sostituzione della persona in molte attività e funzioni
Il momento attuale, pertanto è caratterizzato da una sorta di mitizzazione dell’IA, presentandola come una realtà separata dall’uomo . Cosa c’è di vero in tutto questo?
Innanzitutto chiariamo il concetto di intelligenza. Il termine deriva dal latino intus legere che significa letteralmente leggere dentro. Questo è possibile solo se supporrtato dall’empatia, dalle emozioni. Sarà estremamente difficile che una macchina potrà in futuro dotarsi di queste facoltà che rappresentano uno specifico umano. Si potranno migliorare le macchine, limitando questi sviluppi solo alla dimensione interpretativa e valutativa. Arrivare però alle altezze umane sarà difficilissimo.
Ai piani alti della speculazione filosofica, è’ presente una strisciante convinzione che punta a dare una valenza ontologica al digitale, ipotizzando che tutto l’universo sia una realtà costituita da informazioni (Bit). Ne parlano diffusamente G.O.Longo e A. Vaccaro in La nascita della filosofia digitale (Apogeo 2013). Purtroppo questa idea sta gradualmente colonizzando tutto il nostro orizzonte. L’IA è una sua applicazione con l’arduo compito che la mente può essere interamente tradotta in prodotto digitale.

Quale disegno dietro l’IA? Il ruolo della scuola

Concludo queste riflessioni con quanto dichiara Fei-Fei Li , la madrina dell’IA e autrice di Tutti i mondi che vedo (Luiss 2024)” Dico sempre ai miei studenti di non farsi ingannare dal termine ‘intelligenza artificiale”. Non c’è nulla di artificiale in tutto questo. L’AI è fatta da esseri umani, pensata per avere comportamenti umani, per rivoluzionare la vita e le società umane
Evidenzio la parte finale del suo ragionamento che porta a riflettere sul disegno che s’intende perseguire con l’ultima frontiera del digitale. La scuola è chiamata in primis ad assumere una funzione critica verso questa nuova colonizzazione digitale, fornendo ai nostri ragazzi gli strumenti per leggere e interpretare la nuova frontiera della quarta rivoluzione ipotizzata da L. Floridi che intende “disarcionare” l’uomo come unico soggetto dotato di intelligenza.

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