Un’importante novità per il sistema scolastico italiano potrebbe presto diventare realtà grazie a un emendamento presentato dal gruppo di Fratelli d’Italia (FDI) alla Camera dei Deputati. L’emendamento, legato al decreto-legge n. 71 del 31 maggio 2024, è stato firmato dal capogruppo in commissione, On. Amorese, e mira a consentire ai dirigenti degli Uffici Scolastici Regionali (USR) di derogare ai parametri relativi al numero minimo di alunni per classe, stabiliti dal DPR 81/2009.

 

L’iniziativa legislativa si applicherà a tutto il territorio nazionale, abbracciando sia i nuovi percorsi ordinamentali che quelli sperimentali. Di particolare interesse è l’estensione della deroga anche al percorso del liceo del Made in Italy e alla filiera formativa tecnologico-professionale. Quest’ultima, in particolare, rappresenta un settore cruciale per la formazione di competenze specialistiche richieste dal mercato del lavoro contemporaneo.

La senatrice Ella Bucalo, membro della commissione cultura e istruzione del Senato e vice responsabile del dipartimento scuola di FDI, ha dichiarato: “L’obiettivo è potenziare l’offerta formativa, rendendola più flessibile e rispondente alle esigenze del territorio e del mercato del lavoro. La possibilità di derogare ai parametri sul numero minimo di alunni per classe permetterà di mantenere attivi corsi di alta specializzazione anche in contesti dove la domanda non è numericamente elevata ma qualitativamente significativa.”

Tra le novità previste dall’emendamento vi è anche la proposta di eliminare la confluenza dell’opzione economico-sociale all’interno del percorso del liceo delle scienze umane nel liceo del Made in Italy. Questo cambiamento mira a preservare l’identità specifica di ciascun indirizzo, evitando sovrapposizioni che potrebbero confondere gli studenti e le famiglie nella scelta del percorso scolastico più adatto.

L’emendamento ha già suscitato dibattiti tra gli addetti ai lavori. Da un lato, c’è chi vede in questa misura un’opportunità per rafforzare l’offerta formativa, rendendola più aderente alle esigenze del tessuto produttivo italiano. Dall’altro, alcuni critici temono che la flessibilità concessa possa portare a una frammentazione eccessiva del sistema scolastico, con il rischio di dispersione delle risorse.

In ogni caso, l’iniziativa di FDI rappresenta un tentativo significativo di adattare il sistema educativo italiano alle nuove sfide economiche e sociali del Paese. Il liceo del Made in Italy, in particolare, punta a valorizzare le eccellenze italiane nei settori del design, della moda, dell’artigianato e della manifattura, formando giovani capaci di sostenere e innovare il patrimonio produttivo nazionale.

La proposta sarà ora oggetto di discussione nelle sedi parlamentari competenti, dove non mancheranno approfondimenti e confronti tra le diverse forze politiche e gli stakeholder del settore scolastico. Se approvata, potrebbe entrare in vigore già dal prossimo anno scolastico, segnando una svolta significativa nel panorama dell’istruzione italiana.

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