In occasione dell’anniversario di alcuni tragici episodi che segnarono profondamente la provincia di Palermo negli anni ’60 e ’80, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) e gli studenti del Liceo Scientifico Filolao di Crotone rendono omaggio alle vittime delle stragi di Villabate e Ciaculli e all’assassinio del brigadiere Antonino Burrafato.

 

Le Stragi di Villabate e Ciaculli

La notte del 29 giugno 1963, una bomba destinata al boss mafioso Giovanni Di Pieri esplose a Villabate, uccidendo il panettiere Giuseppe Tesauro e il custode del garage Pietro Cannizzaro. Tesauro, 41 anni, padre di quattro figli, e Cannizzaro morirono sul colpo quando cercarono di spegnere un incendio innescato dall’autobomba parcheggiata di fronte al garage “Gatto Verde”.

Il giorno seguente, il 30 giugno 1963, un’altra autobomba esplose a Ciaculli, uccidendo sette membri delle forze dell’ordine: il tenente dei carabinieri Mario Malausa, il maresciallo Silvio Corrao, il maresciallo Calogero Vaccaro, gli appuntati Eugenio Altomare e Marino Fardelli, il maresciallo dell’esercito Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciacci. Questo evento, noto come la strage di Ciaculli, segnò la fine della “prima guerra di mafia”.

Il Sacrificio di Antonino Burrafato

Il 29 giugno 1982, il brigadiere Antonino Burrafato fu assassinato a Termini Imerese per mano di un commando mafioso inviato dal boss Leoluca Bagarella. Burrafato, vice-brigadiere in servizio presso la Casa Circondariale dei Cavallacci, fu colpito mortalmente mentre si recava al lavoro, vittima di una vendetta per non aver concesso a Bagarella di partecipare al funerale del padre.

Il Ricordo degli Studenti

Gli studenti Carla Le Rose e Gabriele Scilimpa della classe III C del Liceo Scientifico Filolao di Crotone hanno commemorato queste vicende con un intenso progetto di memoria storica. Attraverso le loro parole, il CNDDU vuole riaffermare l’importanza di ricordare ogni singola vittima della mafia, affinché la loro memoria contribuisca a diffondere i valori della legalità e della giustizia tra le nuove generazioni.

“La commemorazione di Antonino Burrafato è vitale”, affermano gli studenti, “perché pur sapendo i rischi che correva a sfidare la mafia, scelse di rispettare la legge, onorare il suo lavoro e rimanere fedele al giuramento fatto nel momento in cui era entrato a far parte delle forze dell’ordine”.

Un Segnale dalla Scuola

L’iniziativa del CNDDU, portata avanti dai giovani del Filolao, vuole lanciare un segnale forte e chiaro: la memoria delle vittime innocenti della mafia deve essere preservata e onorata, specialmente quando si tratta di persone il cui sacrificio è stato dimenticato. Attraverso la conoscenza e il ricordo, le scuole possono giocare un ruolo cruciale nella costruzione di una società più giusta e libera dalla violenza e dalla corruzione.

Ricordare le vittime della mafia non è solo un atto di giustizia storica, ma anche un potente strumento educativo. Il CNDDU, insieme agli studenti del Liceo Filolao, invita tutte le istituzioni scolastiche a promuovere la conoscenza dei fatti di mafia e a sensibilizzare i giovani sui valori della legalità. Solo attraverso l’educazione e la memoria possiamo sperare di costruire un futuro libero dalla criminalità organizzata.

“#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” non è solo un hashtag, ma un impegno concreto per una società più equa e consapevole.

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