In un clima di acceso dibattito politico, la Lega ha presentato emendamenti significativi al Decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, che potrebbero rappresentare un passo decisivo verso l’autonomia differenziata anche per il sistema scolastico italiano. Gli emendamenti mirano a riformare la composizione e le funzioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), un organo cruciale per la governance dell’istruzione in Italia.

 

Il contesto: l’autonomia differenziata

L’approvazione dell’autonomia differenziata da parte del Parlamento, definita dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara come “una grande occasione per i territori“, ha già sollevato preoccupazioni e polemiche. Valditara ha invitato i cittadini a non farsi influenzare da chi fa “terrorismo psicologico“, sottolineando i benefici per la scuola.

I dettagli degli emendamenti

Gli emendamenti della Lega, partito di cui fa parte il ministro Valditara, propongono modifiche al CSPI, aumentando il numero dei suoi membri da 36 a 42. Sei nuovi membri verrebbero nominati dal ministro dell’Istruzione: tre designati dalla Conferenza Unificata e tre dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL). Le funzioni del CSPI verrebbero inoltre riorganizzate, limitando i pareri obbligatori a specifici atti normativi e rendendo facoltativi quelli su altre materie, con un termine di dieci giorni per l’espressione dei pareri.

Le reazioni e le critiche

L’inclusione degli emendamenti nel decreto 71/2024, originariamente destinato a legiferare in materia di sport e sostegno didattico agli alunni con disabilità, ha sollevato dubbi sulle reali intenzioni della Lega. “Perché questa fretta di cambiare la composizione del CSPI?“, si chiedono molti, tra cui i membri del comitato Evoluzione ATA, che rappresenta i lavoratori del personale ATA del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il comitato ha espresso preoccupazione per l’apparente tentativo di regionalizzare l’istruzione, una mossa che potrebbe mettere a rischio l’identità e l’unità culturale della Nazione. “L’istruzione non può essere decisa secondo criteri economici e territoriali“, affermano i rappresentanti del comitato, richiamando le dichiarazioni passate di esponenti di Fratelli d’Italia contro la regionalizzazione del sistema scolastico.

La conferenza unificata e il CNEL

L’assegnazione di tre membri aggiuntivi alla Conferenza Unificata e al CNEL, due enti con competenze economiche e amministrative, solleva ulteriori interrogativi. La Conferenza Unificata, che favorisce la cooperazione tra Stato e autonomie locali, e il CNEL, con il suo focus sulle materie economiche, sembrano distanti dalle esigenze specifiche del sistema scolastico.

Le modifiche proposte al CSPI, a pochi mesi dalle elezioni per il suo rinnovo, sembrano destinate a sconvolgere gli equilibri interni all’organo collegiale. Il comitato Evoluzione ATA e altri critici della riforma invitano le organizzazioni sindacali e i partiti di opposizione a mobilitarsi per garantire il rispetto dei principi di parità e terzietà.

Mentre si attende una risposta dalle autorità competenti, tra cui la Presidenza della Repubblica, il Presidente Meloni e i presidente di Regione, la questione resta aperta: quale futuro attende il sistema scolastico italiano alla luce dell’autonomia differenziata?

 

Autore