Il Ministro dell’Economia Giorgetti per le misure a lungo termine

Il Ministro dell’Economia Giorgetti per le misure a lungo termine

Pacifico (Anief): ok a riforme anti-denatalità, ma bisogna pure scorporare lo stato sociale dal bilancio Inps e fare uscire a 62 anni chi è vittima di burnout

“L’attuale trend demografico, con un numero sempre minore di giovani che lavorano e un numero crescente di pensionati, rende insostenibile qualsiasi sistema pensionistico: dobbiamo smetterla di concentrarci solo sulle misure a breve termine”. La risposta del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti alle interrogazioni parlamentari sulla riforma delle pensioni e sulla possibile proroga degli attuali istituti di pensionamento anticipato, trova parzialmente d’accordo il sindacato.

 

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, replica al Ministro dell’Economia sostenendo che “vanno certamente approvate in fretta riforme atte a sostenere la natalità, ma occorre anche separare nella gestione del bilancio dell’INPS il welfare dalla spesa per le pensioni, scorporando quindi lo stato sociale dal bilancio dell’Istituto di previdenza, altrimenti il sistema sarà sempre non sostenibile. E sui pensionamenti ritardati di lavoratori stressati e con disturbi e patologie si rischia di andare sempre peggio”.

 

Il presidente del giovane sindacato che tutela i lavoratori di comparti Istruzione, Università e Ricerca ricorda che con la riforma Fornero-Monti adottata in pieno le proiezioni sono da incubo: utilizzando il simulatore Inps “Pensami – Pensione a misura“, messo a disposizione di tutti sul sito web dell’istituto di previdenza, si scopre che “una docente supplente della scuola secondaria che oggi ha 30 anni, potrà andare in pensione solo dopo avere versato contributi per quasi 50 anni, senza vedersi considerare il probabile burnout a cui andrà incontro, ma nemmeno il dovuto riconoscimento del rischio biologico  e senza neanche raggiungere un assegno dignitoso. E bisogna finirla con gli anticipi pensionistici a 62 anni che sanno di ricatto e beffa, come Opzione Donna che comporta riduzioni del 30-40% dell’assegno di quiescenza. L’uscita a quella età deve essere automatica per chi svolge attività usuranti, come quella scolastica. L’obiettivo– conclude Pacifico – è realizzare un sistema di welfare equo che garantisca giustizia sociale e una vecchiaia serena dopo una vita di lavoro”.

 

Questa è la proposta del sindacato Anief: per i dipendenti che operano nella scuola, insegnanti e personale Ata, deve essere prevista una ‘finestra’ con il riscatto gratuito della formazione universitaria e senza più tagli all’assegno pensionistico includendo la professione tra quelle oggettivamente logoranti che derogano alla Legge Fornero. La conversione gratuita in contributi degli anni universitari è stata chiesta più volte anche dall’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico: per l’Anief basterebbe adottare gli stessi parametri di accesso alla pensione previsti per i lavoratori delle forze armate, permettendo al personale della scuola, uomini compresi, di lasciare in ogni caso il lavoro a 62 anni e senza tagli all’assegno pensionistico.

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