Pedagogisti ed educatori in rivolta, il caso della Campania

Pedagogisti ed educatori in rivolta, il caso della Campania

È il caso di dire: “fatta la legge trovato l’inganno”, stress e disagio per i 20000 educatori e pedagogisti al momento dell’iscrizione al neo albo della Campania. Il tutto perché non può avvenire per trasmissione telematica, non è attiva nemmeno una PEC (Posta Elettronica Certificata) di riferimento all’ufficio corrispondente alle pratiche di disbrigo per eventuali chiarimenti o trasmissione della stessa domanda ma ad ora occorre il deposito cartaceo e in tempi celeri, entro il 6 agosto, presso il Tribunale di Napoli, di tutto l’incartamento necessario per l’iscrizione all’albo. Professionisti che ad oggi già svolgono mansioni nell’ambito riabilitativo e scolastico, ma col timore che la continuità della propria professione sia bloccata da un sistema farraginoso che convoglia fisicamente 20000 persone ad un solo ufficio, non tenendo conto delle caratteristiche del territorio Campano: vasto e con oggettive difficoltà logistiche nelle zone perifiche. Al disagio si unisce la preoccupazione tra gli educatori e i pedagogisti della Campania di non riuscire ad accedere all’albo poter continuare a esercitare la propria professione e vederla finalmente ed adeguatamente riconosciuta.

Il Prof. Dott. Massimo Diglio, docente ed Educatore Professionale Socio Pedagogico -Pedagogista, spiega le criticità che si sono accumulate nella regione della Campania: 

Unica Alternativa: Il Tribunale di Napoli

“La Regione Campania è l’unica in Italia a non disporre di una PEC per l’invio della documentazione necessaria all’iscrizione. Questa carenza obbliga tutti noi, educatori e pedagogisti, a recarci personalmente presso l’unico sportello disponibile al Tribunale di Napoli- dichiara Diglio-.  Le conseguenze di questa situazione sono facilmente immaginabili: file interminabili, caos organizzativo e un clima di grande tensione”

Scadenza Imminente: Il Rischio di Non Farcela

“Il termine del 6 agosto è ormai alle porte e il numero di professionisti che devono ancora completare l’iscrizione è alto. La prospettiva di non riuscire a mettersi in regola entro la scadenza non è solo preoccupante, ma anche angosciante- continua il pedagogista-. Non riuscire a iscriversi all’albo significa non poter esercitare la professione, rischiare la sospensione dall’incarico e perdere la possibilità di essere riconosciuti in una professione che abbiamo scelto con passione e dedizione”.

Le Richieste degli Educatori

“Alla luce di queste difficoltà, è indispensabile che le autorità competenti intervengano con urgenza per risolvere questa situazione critica. Le nostre richieste sono chiare e semplici:

Implementazione Immediata di una PEC Regionale: È fondamentale che venga attivata una PEC per permettere l’invio della documentazione in modalità telematica, evitando la congestione al Tribunale.
Proroga della Scadenza: Chiediamo una proroga della scadenza per l’iscrizione all’albo, anche solo di qualche settimana, per dare a tutti la possibilità di completare la procedura senza l’assillo del tempo che stringe.
Apertura di Ulteriori Sportelli: L’apertura di più sportelli in diversi punti della regione permetterebbe una gestione più fluida delle pratiche e ridurrebbe notevolmente i tempi di attesa.
Un Appello alla Solidarietà e all’Azione

Chiedo ai colleghi di rimanere uniti e di sostenersi a vicenda in questo momento di difficoltà. Alle autorità regionali e nazionali rivolgo un appello accorato affinché vengano prese misure immediate per risolvere questa situazione insostenibile. Non possiamo permettere che l’inefficienza organizzativa comprometta il futuro di tanti professionisti e l’efficacia del nostro lavoro educativo e pedagogico, che è essenziale per la crescita e il benessere delle nuove generazioni.

In attesa di risposte concrete, continueremo a fare la nostra parte con dedizione e professionalità, ma è indispensabile che anche le istituzioni facciano la loro”.

 

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