Censis 2024/25: in aumento le iscrizioni per le università meridionali, boom dell’area sanitaria e agro-veterinaria, in calo psicologia, i maschi retrocedono di oltre un punto anche nelle Stem per un’università al femminile

Censis 2024/25: in aumento le iscrizioni per le università meridionali, boom dell’area sanitaria e agro-veterinaria, in calo psicologia, i maschi retrocedono di oltre un punto anche nelle Stem per un’università al femminile

La classifica Censis delle Università italiane, è il momento più atteso del mondo universitario ma anche dell’istruzione in sé perché rispecchia il collante tra l’orientamento scolastico delle scuole del secondo grado e la cosiddetta vocazione personale dello studente che si proietta al futuro. La classifica restituisce i flussi di preferenza in un’ottica di insieme ed evidenzia un netto aumento delle iscrizioni per le università meridionali e delle isole, un incremento dell’area sanitaria e agro-veterinaria, in calo psicologia, i maschi retrocedono di oltre un punto anche nelle Stem per un’università al femminile, specie in ambito medico-farmaceutico. Ma andiamo ad analizzare le aree delle nostre università italiane caso per caso. È da ricordare, innanzitutto, che il censimento è disposto da 70 graduatorie, a partire da una batteria di 963 variabili considerate, quindi una valutazione abbastanza complessa per un quadro altamente oggettivo diviso per popolazione universitaria in tre macro aree.

Il quadro complessivo 

Dopo l’aumento delle immatricolazioni rilevata lo scorso anno (+3,3%), i dati provvisori riferiti all’anno accademico 2023-2024, al momento ancora non consolidati, registrano una sostanziale stabilità. 

I dati provvisori rilevati ad aprile 2024, periodo di riferimento della rilevazione, confrontati con quelli omogenei di aprile 2023, evidenziano, infatti, una diminuzione di un marginale -0,2%, equivalente in valore assoluto a 579 neoiscritti in meno.

A livello territoriale la situazione è eterogenea: sono cresciute le immatricolazioni soprattutto negli atenei del Sud e isole (+4,2%) e a seguire in quelli del Nord-Est (+1,2%). Sono diminuite, invece, in quelli del Centro (-3,6%) e del Nord-Ovest (-2,5%). 

Per aree disciplinari

Considerando le aree disciplinari di appartenenza dei corsi di laurea (triennali e magistrali a ciclo unico), sono i corsi dell’area sanitaria e agro-veterinaria ad avere conosciuto il maggiore incremento di immatricolati (+7,0% nel complesso), trainati dai corsi di laurea in ambito medico-sanitario e farmaceutico (+10,1%), a cui si aggiungono quelli di scienze motorie e sportive (+5,5%). Si contraggono, invece, i nuovi iscritti ai corsi dell’area agraria-forestale e veterinaria (-6,9%). 

Altra area disciplinare contraddistinta da segno positivo è quella artistica, letteraria e educazione (+0,5% nel complesso), grazie soprattutto alle nuove iscrizioni ai corsi di educazione e formazione (+5,9%), seguite da quelle dei corsi linguistici (+0,7%). Si sono ridotte, invece, le immatricolazioni per arte e design (-4,5%) e per i corsi letterari e umanistici (-1,0%). 

Il segno negativo contraddistingue, invece, il trend delle nuove iscrizioni all’area economica, giuridica e sociale, che si riducono del 2,2% rispetto all’ anno precedente. Tra i corsi di laurea che ne fanno parte si osserva un calo considerevole di quelli psicologici (-10,5%), seguiti dai corsi in ambito giuridico (-2,7%) ed economico (-1,5%). Solo i corsi dell’ambito politico-sociale e comunicazione riportano il segno positivo, con un incremento di immatricolazioni pari a +0,9% 

Una contrazione si osserva anche per l’area delle discipline Stem nel complesso (-2,2%). Tale andamento negativo è stato con ogni probabilità innescato dalla riduzione di nuovi iscritti ai corsi di laurea scientifici (-7,3%), solo parzialmente bilanciata dagli incrementi delle matricole di architettura e ingegneria civile (+2,0%), informatica e tecnologie Ict (+2,9%), ingegneria industriale e dell’informazione (+0,1%). 

Un aspetto incoraggiante: aumento delle studentesse

Un dato che porta speranza al prossimo futuro sul lato della domanda di istruzione universitaria è rappresentato dall’aumento delle studentesse. Se i neoiscritti maschi sono diminuiti di oltre un punto percentuale (-1,1%), infatti, così non è stato per le neoiscritte, che hanno fatto registrare un incremento dello 0,5%. Ciò che è interessante osservare sono soprattutto gli ambiti disciplinari dove le nuove studentesse sono aumentate: non solo quelli tradizionalmente a vocazione femminile, come i corsi di laurea di educazione e formazione (+6,1%), ma anche quelli dell’ambito medico-sanitario e farmaceutico (+10,0%, al pari dei colleghi maschi, cresciuti del 10,2%). Stesso discorso per le discipline Stem, dove, a fronte di un aumento delle studentesse, si riscontra un decremento della componente maschile. È così per architettura e ingegneria civile (le neo-immatricolate sono +6,4%, i neo-immatricolati -1,9%) e ingegneria industriale e dell’informazione (+2,9% a fronte di -0,8%). Inoltre, se è vero che per informatica e tecnologie Ict anche i maschi continuano a crescere (+1,2%), le donne che hanno scelto queste discipline sono aumentate comunque molto di più (+12,5%). 

Sono segnali che testimoniano un’evoluzione in corso che, per quanto lenta, prefigura una futura riduzione del persistente divario di genere in un campo, quello delle cosiddette discipline dure, ancora troppo connotato al maschile. 

Sono questi i dati di scenario in cui si inserisce la pubblicazione dell’edizione 2024-2025 della Classifica Censis delle Università italiane, nata proprio con l’intento di aiutare i giovani diplomati e le loro famiglie a compiere una scelta di vita importante, quale è appunto quella universitaria.

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