Si riapriranno tra pochi giorni le porte delle aule scolastiche e le migliaia di docenti che, in tutto il Paese hanno fruito di qualche giorno di risposo riprenderanno l’attività .
Gennaio sarà un mese denso di impegni all’interno di ogni istituto, e già, al di fuori, si pensa alle questioni rimaste sul tavolo a fine anno.
Prima finestra da chiudere quella del nuovo contratto collettivo nazionale che, seppur firmato da Ministero e sigle sindacali (fatta eccezione per UIL-RUA) non ha ancora dispiegato la propria efficacia perché mancano ancora.
Solo una volta che questi saranno acquisiti, l’ ARAN, che sovraintende la contrattazione del pubblico impiego, potrà procedere con la firma definitiva.
La manovra finanziaria approvata a fine anno ha riservato un aumento dell’ indennità di vacanza contrattuale pari a 6,7 volte il suo valore annuale e ha assicurato (con l’Agenda Sud) la proroga dei contratti ata temporanei fino al 15 aprile 2024.
Nel frattempo sono partiti i concorsi docenti e dirigenti scolastici con l’avvio della fase di partecipazione. All’appello manca ancora però il tanto atteso concorso per insegnanti IRC , che, secondo quanto trapela da viale Trastevere, potrà arrivare comunque nei primi mesi del 2024.
Un rafforzamento del sistema di reclutamento che china il capo alla Commissione Europea e agli accordi del PNRR, lasciando fuori dai giochi gli abilitati di prima fascia GPS e i diplomati magistrali licenziati (che, pur avendo superato l’anno di formazione e prova, risultano ancora precari a seguito della pronuncia dell’Adunanza Plenaria rispetto al loro ruolo “con riserva”.
Si attendono aggiornamenti circa i percorsi abilitanti per la scuola superiore tornati alla ribalta (dopo i PAS del 2013), ma non ancora avviati.
Si teme, da più parti, uno slittamento al prossimo anno, visto che siamo a gennaio e ancora le università non hanno aperto i bandi .
Il mondo della scuola è in fermento anche rispetto alla sperimentazione del quadriennio negli istituti tecnici e professionali, per la cui adozione all’interno dell’offerta formativa si attende l’esito dei collegio docenti per la gran parte convocati in gran fretta durante il periodo natalizio.
C’è un fervido dibattito sulla valutazione come elemento di crescita e formazione e non più come etichetta che identifica un grado di preparazione rispetto all’altro. Di questo passo la scuola potrebbe tornare alle origini (etimologicamente intese : la parola greca skholé inizialmente indicava l’ozio, l’occupazione piacevole del tempo libero, solo in seguito è diventata sinonimo di dibattito pubblico). Una scuola-decantèr, insomma, in cui si attende la lenta maturazione delle idee e delle espressioni senza subire la frustrazione del giudizio da parte del “magister”.
Tanti temi di cui occuparsi, quindi.
Il Ministro Valditara (di cui un recente sondaggio ha fatto rilevare un basso gradimento) continua ad esprimersi utilizzando parole di gratitudine e stima nel confronti del popolo della scuola, parole che si susseguiranno fino al prossimo episodio di bullismo nei confronti dei docenti.
La Scuola (sì, quella con la S maiuscola) intanto si sta per rimboccare le maniche, le agende e i registri elettronici stanno per essere riaperti da chi, la Scuola la fa, ogni giorno, portandosi addosso l’insostenibile leggerezza dell’essere (insegnanti).