Caldo eccessivo. Necessario un ripensamento per il benessere degli studenti

Caldo eccessivo

 

Caldo eccessivo. Richieste di revisione del calendario o installazione di condizionatori. Difficili, se non impossibili, da concretizzare

Caldo eccessivo. Le richieste impossibili

Caldo eccessivo. Quest’estate conferma l’andamento “infernale” degli ultimi anni. Molto probabilmente sarà così anche per le prossime stagioni e questo incide sulla qualità dell’insegnanmento.  Si legge. “Studi recenti condotti principalmente negli Stati Uniti hanno dimostrato che fattori esterni, come l’inquinamento e le temperature elevate, sono in grado di influenzare negativamente le performance degli studenti. Tali studi considerano in larga parte contesti high stake, cioè situazioni in cui la performance è in grado di influenzare il futuro scolastico in modo permanente, come i test di ammissione al college o all’università” Considerato quindi il trend ormai certo avanzano richieste anticalura. L’ultima proviene dal Coordinamento Nazionale Diritti umani. ” in considerazione delle elevate temperature che si registrano e si registreranno in futuro nel Centro-Sud a causa dei cambiamenti climatici in corso e constatando che moltissime scuole non dispongono dei climatizzatori nelle aule scolastiche, si chiede di modificare i calendari regionali posticipando l’apertura delle attività scolastiche all’inizio di ottobre/fine di settembre. Diversamente si potrebbero dotare le aule scolastiche di opportuni condizionatori“.
Quali possibilità di ascolto concreto possono avere queste richieste? Nessuna! I genitori-lavoratori sarebbero i primi a lamentarsi di dove sistemare i propri figli. I calendari scolastici, inoltre ormai sono stati decisi. E agosto m è un mese critico per decisioni del genere.
Per quanto riguarda i climatizzatori richiedono una procedura complessa: stanziamento fondi, indizione gare d’appalto, adeguamento della potenza elettrica di ogni istituto scolastico. L’installazione dei dispositivi ovviamente richiede tante risorse che lo Stato dichiara di non avere ogni volta che deve trattare di questioni scolastiche (classi pollaio) e non solo.
Eppure questa è un’altra emergenza per la scuola.
Quindi arrivederci al 2025 con il solito canovaccio.

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