All’insegnante precario che opera con “una certa stabilità e professionalità” va data la Carta del docente: a Vicenza 1.500 euro ad un supplente che ha fatto ricorso assistito dai legali Anief

carta docente

Quando l’operato del “docente precario si caratterizza per una certa stabilità e professionalità”, quindi ha svolto almeno 5 mesi di servizio in un anno scolastico, ha pieno diritto ad accedere alla Carta del docente: lo ha ribadito la prima sezione civile del Tribunale Ordinario di Vicenza (settore delle controversie di lavoro e di previdenza e assistenza obbligatoria), che reputato pienamente lecito il ricorso proposto da un insegnante che attraverso i legali dell’Anief ha chiesto spiegazione per la mancata assegnazione della Carta annale del docente da 500 euro annui a seguito dei contratti sottoscritti tra il 2020 e il 2023. Il giudice, quindi, anche “alla luce delle considerazioni condivise dai giudici della Sezione lavoro del Tribunale di Vicenza, già esposte in numerose sentenze rese su casi analoghi”, ha chiesto al ministero dell’Istruzione e del Merito di fare avere all’insegnante i 1.500 euro della card annuale non corrisposti.

Secondo il giudice “risulta provato, infatti, che parte ricorrente ha lavorato in qualità di docente a tempo determinato alle dipendenze del Ministero convenuto durante gli anni scolastici indicati in ricorso, per un periodo superiore a 150 giorni per ciascuna delle predette annualità (docc. 1 parte ricorrente), periodo oltre il quale, alla luce dei princìpi e criteri indicati nelle sentenze sopra richiamate, la prestazione del docente precario si caratterizza per una certa stabilità e professionalità, divenendo discriminatorio, e quindi illegittimo, il differente trattamento rispetto al docente di ruolo, con riferimento al mancato riconoscimento del beneficio in questione”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “ricorda che il Governo Meloni ha di fatto bocciato la Legge 107/2015 approvando il decreto Salva-Infrazioni poi diventato legge che ha aperto ai precari, limitandosi però al corrente anno scolastico e per i soli supplenti con contratto in scadenza il 31 agosto 2024. Tutto fa capo ai pareri favorevoli del Consiglio di Stato e dalla Corte di Giustizia europea che sulla Carta del docente ha detto che si sta adottando una discriminazione verso i supplenti: quindi, tutti coloro che rimangono esclusi dall’accesso al bonus annale hanno pieno diritto a presentare ricorso con Anief”.

Il giovane sindacato conferma con l’occasione la volontà di proporre i ricorsi per accedere con Anief al bonus docente: l’obiettivo è quello di recuperare 500 euro per ogni supplenza, anche per i contratti fino al 30 giugno, al termine delle lezioni o di durante ancora inferiore. Per maggiori informazioni o per aderire all’impugnativa Anief, in modalità singola o collettiva, basta collegarsi con la pagina internet predisposta dal sindacato rappresentativo.

 

LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA

“Il Giudice del Lavoro, definitivamente pronunciando, ogni contraria o diversa istanza e deduzione disattesa o assorbita:

– condanna il Ministero resistente a costituire in favore del ricorrente XXXXXX XXXXX, con le modalità e le funzionalità di cui agli artt. 2, 5, 6 e 8 del DPCM 28 novembre 2016 (GU n. 281 del 1-12-2016), la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado di cui all’art. 1, co. 121, Legge

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107/2015, con accredito/assegnazione sulla detta Carta della somma pari a complessivi € 1.500,00, da spendersi non oltre il 24° mese decorrente dalla data di costituzione della Carta stessa;

– condanna parte resistente alla rifusione delle spese di lite sostenute dalla parte ricorrente a tale titolo liquidando la complessiva somma di € 449,00, di cui euro 49,00 per esborsi, oltre a spese generali ed accessori di legge (iva e cpa), con distrazione in favore dei difensori antistatari”.

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