La riforma dei professionali del 2010, prevista dal 107/2015 “Buona Scuola” e attuata con il D.Lgs 61/2017 ha previsto la creazione del professionale indirizzo Industria e Artigianato per il made in Italy. Tra le varie articolazioni è prevista moda e produzioni tessili – sartoriali, tra le materie di area comune sono previste Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica e nelle materie d’indirizzo sono previste ben 6 ore nel biennio laboratori tecnologici ed esercitazioni e nel triennio Tecnologie applicate ai materiali e ai processi produttivi, Progettazione e produzione, Tecniche di gestione e produzione del processo produttivo, Tecniche di distribuzione marketing e Storia delle arti applicate in quarta.
L’indirizzo Industria e Artigianato per il Made in Italy fornisce già una preparazione incentrata sui processi di lavorazione con lo scopo di dare tutte le competenze necessarie allo sviluppo di abilità pratiche per l’ideazione, la progettazione e la realizzazione di prodotti industriali e artigianali. Quindi non era necessario creare un nuovo “liceo” anche se si può definire un professionale camuffato da liceo forse anche a danno del Liceo di Scienze Umane che ha tuttora il futuro in bilico.
Gli iscritti al professionale Industria e Artigianato per il made in Italy nel 2023/2024 sono stati solo l’1,1% per un totale solo di 7.592 iscritti e se lo scopo è puntare del Governo e del Ministero è puntare sul made in Italy era necessario incentivare e far conoscere questo indirizzo professionale alle famiglie invece di creare questo quasi doppione con l’etichetta “liceo” per renderlo più appetibile alle famiglie invece di un professionale? Ai posteri l’ardua sentenza.