Dermatiti: fare chiarezza tra sintomi, diagnosi e nuove opportunità di cura

Dermatiti: fare chiarezza tra sintomi, diagnosi e nuove opportunità di cura

Una malattia infiammatoria ricorrente cronica della pelle con una patogenesi complessa che coinvolge suscettibilità genetica, disfunzione immunologica, barriera epidermica e fattori ambientali. A colloquio con gli esperti

Patologie della pelle: cosa è bene sapere

“Dermatite non è una diagnosi ma un termine generico che definisce l’infiammazione della pelle, qualsiasi malattia cutanea che comporti infiammazione, dalla psoriasi all’eczema, da quella atopica a quella seborroica può essere definita tale” -afferma il dottor Marco Pignatti dermatologo, autore di numerosi libri e presidente del Congresso di Dermobiotica – “Le dermatiti-continua lo specialista- possono presentare differenze tra loro determinate da una diversa predisposizione genetica e delle differenze costituite da diversi fattori scatenanti o “trigger”. Alcune caratteristiche  però sono comuni a tutti i processi di infiammazione della pelle e in particolare la manifestazione  (a volte come causa e sempre come conseguenza) di un difetto della barriera cutanea, l’evidenza di rossore, desquamazione o ispessimento e la comparsa di bruciore o prurito. Infine possono differire in base alla localizzazione che ancora una volta dipende in parte dalle caratteristiche delle diverse sedi cutanee e in parte dagli specifici trigger. In tutto ciò io penso che la ricerca delle cause specifiche (su cui si può intervenire) sia più importante che non la predisposizione individuale (difficilmente modificabile) e faccio un esempio: se una particolare forma di psoriasi è causata da una reazione alla Candida penso sia più importante ridurre la presenza del fungo che non limitarsi a spegnere la reazione infiammatoria.

Il sole nelle dermatiti: aspetti critici e aspetti positivi

I raggi ultravioletti sono responsabili di quella componente dell’invecchiamento che è chiamata photoaging e della comparsa di macchie ed inestetismi nonché della foto-carcinogenesi e cioè la nascita di tumori cutanei che possono avere conseguenze anche gravi. Non c’è dubbio che dobbiamo proteggerci dell’esposizione eccessiva al sole. I raggi UV hanno però anche degli effetti positivi sulla nostra pelle e non solo. Uno dei più noti è quello di farci produrre adeguate quantità di vitamina D della quale oggi la maggior parte delle persone è carente. E la vitamina D non serve solo per le ossa, come si credeva un tempo, ma è un ormone fondamentale per la regolazione del sistema immunitario, e quindi per la regolazione delle infiammazioni e addirittura per la risposta nei confronti dei tumori. Ovviamente quando la pelle è molto infiammata potrebbe non sopportare l’esposizione al sole, ma la maggior parte delle dermatiti (almeno la psoriasi, la dermatite atopica e la dermatite seborroica) possono beneficiare di una esposizione controllata ai raggi UV proprio come viene riprodotto con la fototerapia ambulatoriale.

Quale connessione tra salute della pelle e microbiota?

 

Al recente “Congresso Europeo su Skin Microbiome & Cosmetic”  alla domanda chiave “Why do we need to consider the skin microbiota?” Dan Brownell, uno dei moderatori, ha risposto senza lasciare possibilità di replica “Because it’s the skin”. E questo è lo spirito che ha permeato l’intero convegno: abbiamo scoperto una componente fondamentale della nostra pelle e non possiamo più far finta che non ci sia!

Tra le scoperte più recenti della dermatologia c’è proprio quella del ruolo che i batteri dell’intestino e della pelle hanno nel mantenere la nostra salute e del ruolo della loro disbiosi nella genesi delle malattie. Oggi sappiamo che nelle principali malattie della pelle c’è spesso una profonda alterazione del microbiota cutaneo. In alcuni casi non sappiamo se questa alterazione sia una causa o una conseguenza della malattia ma quello che non possiamo più permetterci di fare è non considerare il possibile danno di ogni nostro intervento, dalla cosmesi alla terapia, sul microbiota commensale che è parte integrante della nostra salute. Anche nei confronti dei batteri commensali della pelle dobbiamo imparare ad applicare la regola ippocratica del “primum non nocere”!

Questi temi di promettente sviluppo scientifico, saranno al centro dell’ Annual Meeting di Schwabe Pharma Italia in programma a Roma il 25 e 26 maggio, (presso TH CARPEGNA PALACE Via Aurelia 481)  la sessione scientifica accreditata ECM vedrà protagonisti gli esperti del farmaco vegetale nell’approccio clinico al paziente. Tra le novità, il dr. Marco Pignatti, a colloquio durante l’evento, con la dr.ssa Heide De Togni direttore scientifico di Schwabe Pharma Italia presenterà il nuovo Medicinale tradizionale di origine vegetale a base di Cardiospermum halicacabum indicato per le dermatiti con prurito ed eczemi negli adulti, negli adolescenti e nei bambini a partire dai 6 anni di età.

Il farmaco vegetale: nuova opportunità terapeutica

Il farmaco vegetale in crema a base di Cardiospermum halicacabum rappresenta una nuova opportunità terapeutica per uso topico, come spiega la dr.ssa Heide De Togni, poichè agisce come infiammatorio e antiossidante a livello cutaneo in presenza di dermatite, con sintomi quali prurito, arrossamento, secchezza. Ha inoltre azione riepitelizzante e riparatrice con un ottimale profilo di sicurezza rispetto alla terapia cortisonica e può quindi essere utilizzata anche per periodi prolungati e su zone sensibili come il viso. Non sono note azioni di fotosensibilizzazione e assottigliemento cutaneoE rappresenta una possibile alternativa quando non è possibile utilizzare prodotti topici a base di cortisone.

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