Giornata mondale insegnanti, Pacifico (Anief): Valditara ha ragione, ma ora servono i fatti

Giornata mondale insegnanti, Pacifico (Anief): Valditara ha ragione, ma ora servono i fatti

“L’odierna giornata mondiale degli insegnanti deve servire a ricordare prima di tutto le condizioni di difficoltà in cui lavorano per svolgere una professione di altissimo valore sociale: in Italia il docente non gode più della stima pubblica ed è spesso bersaglio di critiche e violenze da parte delle famiglie, percepisce stipendi sempre più poveri, in un caso su quattro è precario e rimane tale troppi anni oltre il dovuto tanto da avere indotto due giorni fa la Commissione UE a deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Europea e il nostro sindacato ad avviare una class action per recuperare fine a 24 stipendi come indennizzo per la mancata stabilizzazione. Inoltre, chi insegna nel nostro Paese difficilmente riesce ad avvicinarsi a casa, per via di vincoli immotivati e applicati anche quando vi sono i posti liberi per accoglierlo, hanno una carriera limitata alla sola possibilità di diventare preside”. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel giorno della celebrazione della giornata mondale del docente.

“Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha quindi ragione quando sostiene, come oggi, che l’insegnante è un autentico professionista della conoscenza, con la didattica che deve essere un mezzo per infondere entusiasmo e fiducia nei giovani, elementi essenziali per il loro sviluppo personale e professionale. Per questo la scuola va considerata come ‘pilastro della crescita civile e sociale’. Dobbiamo fare in modo che questo sia riconosciuto, innanzitutto attraverso un compenso adeguato, che in termini pratici corrisponde ad almeno 300 euro medi al mese in più rispetto a quanto già finanziato per il rinnovo del contratto di lavori: sono i soldi – conclude Pacifico – che abbiamo chiesto di inserire nella Legge di Bilancio 2025”.

Sui bassi stipendi degli insegnanti italiani è tornata oggi la stampa specializzata proponendo il rapporto Ocse “Education at a Glance 2024”, da cui figura che “l’Italia è il fanalino di coda dell’area Ocse per quanto riguarda gli stipendi degli insegnanti. Il salario medio degli insegnanti italiani è fermo a 31.950 euro nel 2019, con una stagnazione rispetto agli altri Paesi europei e una parabola discendente fino al 2023. La differenza retributiva è particolarmente evidente se confrontata con il trend tedesco, che ha visto un costante aumento degli stipendi nel corso degli anni. La Germania si conferma al primo posto, con una retribuzione media annua di circa 47.250 euro nel 2019, seguita dalla media OCSE di 42.300 euro”.

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