Come si diventa Dirigente Scolastico nella scuola italiana? La Costituzione parla di concorsi per prove e titoli. I fatti ci dicono però che ognuna delle tornate concorsuali bandite dall’ introduzione dell’ autonomia ad oggi, si è conclusa tra strascichi giudiziari e sanatorie ad hoc per salvare il salvabile che hanno di fatto moltiplicato i posti effettivamente assegnati.
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I concorsi della scuola autonoma
E’ successo nel 2004, quando si trattò di salvare il concorso annullato in alcune regioni. E’ successo nel 2011, i cui posti messi a bando si sono alla fine raddoppiati con alcuni ricorrenti-sanati arrivati alla fine del percorso solo quest’ anno. E’ successo nel 2017, con il concorso riservato che ha aperto la strada della dirigenza scolastica ad altri 2mila “aspiranti” che avevano portato in tribunale l’ amministrazione contestando i risultati negativi ottenuti nella procedura ordinaria.
Un malcostume tutto italiano? Troppo semplicistica la spiegazione, specialmente se si vanno a leggere sentenze e pronunciamenti vari che spiegano che effettivamente quei concorsi contestati da chi non li aveva superati lasciavano più di un dubbio sulla reale correttezza delle procedure seguite.
Con la politica che tra l’ annullamento tout court di quelle procedure e la necessità di personale si è ingegnata ogni volta ad escogitare l’ ope legis del caso.
Cambiare le procedure di reclutamento, eccola la soluzione sventolata da più parti, che a parte gli ovvi problemi di costituzionalità non è in realtà una proposta definita e strutturata. Perché di fatto se sono tanti (tantissimi) convinti che si debba cambiare qualcosa nel meccanismo, sul cosa cambiare è difficile trovare idee anche vagamente simili.
I concorsi ogni tre anni? Mai fatti
Intanto a parlare sono numeri e tempi. Quelli di attesa tra un concorso e l’ altro che sono più che raddoppiati rispetto a quelli previsti normalmente. Conseguenza scontata se si considera che ogni strascico giudiziario si traduce in una coda di aventi diritto pari a quella dei posti previsti all’ inizio con il conseguente raddoppio dei tempi di ‘smaltimento’.
Ma a lasciare perplessi è soprattutto quella sorta di manifesta incapacità di apprendere dagli errori già commessi. Una sorta di coazione a ripetere lo stesso errore, perfino arricchito di nuovi ed impensati cavilli utili a trasformare ogni bando di concorso in una festa per avvocati e uffici legali.
L’ ultimo concorso: coazione a ripetere
Veniamo all’ ultimo concorso, quello bandito nel 2023. A concorso per il triennio successivo 979 posti di cui 587 per la procedura ordinaria, 392 per quella straordinaria. Le due procedure avrebbero dovuto camminare in parallelo per arrivare a nominare già quest’ anno i nuovi DS ed esaurire le graduatorie entro il canonico triennio.
Senonché la prova preselettiva dell’ ordinario si è svolta con molta calma alla fine di maggio, con lo strascico della sessione suppletiva per chi ne aveva diritto alla fine di luglio. A questo punto era chiaro che il concorso ordinario non si sarebbe concluso in tempo per le nomine a settembre, mentre il corso riservato per la coda straordinaria del concorso 2017 si. E qui la vocazione tafazziana del governo (evidentemente una costante indipendente dal colore politico) ha pensato bene di complicare le cose.
Anzitutto una tornata di mobilità straordinaria su tutti i posti disponibili che ha esaurito la capienza delle regioni meridionali, poi l’assegnazione di 519 posti disponibili (tutti in regioni settentrionali) agli aspiranti del corso straordinario.
In arrivo altri ricorsi sul corso per evitare ricorsi
Risultato? Ma naturalmente l’ apertura di una nuova stagione di ricorsi. Certo, a ricorrere per primi erano stati ovviamente i bocciati alla preselettiva che chiedevano di poter sostenere la prova scritta nonostante il voto inferiore a quello minimo per la regione in cui avevano concorso. Il presupposto era che a seconda della regione si passava con voti diversi e quindi sarebbe stato corretto stabilire una soglia nazionale uguale per tutti. Risorsi ovvi, tutti ricorsi giudicati privi di fondamento e respinti.
Ma la fantasiosità (poca fantasia) al potere aveva aperto nuovi e più fantasiosi spiragli.
I primi a fare ricorso erano stati gli aspiranti DS del concorso ordinario che avevano passato a pieno titolo la preselettiva, avverso la scelta del Ministero di assegnare tutti i posti disponibili ai vincitori della procedura straordinaria. E qui il TAR Lazio aveva sospeso in via cautelare la procedura di nomina dei nuovi Dirigenti Scolastici rimandando all’ udienza del 5 settembre.
Alla fine il ricorso è stato respinto, sposando la posizione del Ministero rispetto alla mancanza di interesse concreto per i ricorrenti e il calcolo dei posti disponibili nei due anni scolastici successivi che dovrebbero ammontare a 465 posti per il 2025 e 473 per il 2026.
Tutto risolto dunque? Il Ministero può nominare i nuovi DS dalla graduatoria del corso-concorso? Assolutamente no, visto che sulla scorta di quella sospensiva lo stesso Tar Lazio ha sospeso le nomine in attesa di un’ altra udienza, quella prevista per l’ 8 ottobre, quando si discuterà dei ricorsi di riservisti contro altri riservisti. E se la questione degli ordinaristi sembrava oggettivamente campata per aria, questa volta il tema è assai più complicato.
A ricorrere sono stati gli aspiranti del corso riservato che ritengono che la valutazione dei titoli operata nella composizione della graduatoria definitiva (senza aver mai pubblicato per altro quella provvisoria) non sia coerente con quella prevista dal bando istitutivo del corso riservato.
La questione dovrà essere risolta in punta di diritto, come si dice. I giudici dovranno decidere se il bando per il corso riservato è un bando di concorso e quindi è soggetto alle regole del concorso del 2017 da cui discende (con dei limiti per la valutazione dei titoli rispetto al punteggio finale) o si tratta di una procedura che non risponde ai criteri dei concorsi ordinari e quindi i titoli vanno valutati in trentesimi senza operare alcuna riduzione, come parrebbe a leggere il bando istitutivo.
Reggenze a tempo determinato
Intanto il Ministero è corso ai ripari per l’ inizio dell’ anno scolastico nominando reggenti per le scuole senza DS ma con clausola di scioglimento in vista di una possibile sentenza definitiva dopo l’ udienza dell’ 8 ottobre. A viale Trastevere sperano in una parola definitiva dopo l’ udienza dell’ 8. In quel caso le reggenze verranno rimpiazzate da nuovi nominati, dalla graduatoria attuale o da quella corretta nel caso di una sentenza in quel senso.
Inutile dire che in entrambi i casi ci sarà da aspettarsi nuove impugnazioni delle graduatorie, nuovi ricorsi, nuovi sviluppi sul terreno giudiziario. E stavolta la soluzione politica per uscire dall’ empasse giudiziario risulta veramente difficile da immaginare.
Il prossimo concorso? Anche questo tra non meno di sei o sette anni
Resterebbero comunque i numeri: il concorso del 2024 che prevedeva un totale di 979 posti per il prossimo triennio ha già 2099 aspiranti del corso riservato che difficilmente accetteranno di rimanere a casa dopo aver speso quasi duemila euro di sole tasse di iscrizione. E poi ci sono gli ipotetici vincitori dell’ ordinario, che se dovessero essere il numero minimo previsto sarebbero altri 587.
Tolti i 519 previsti per quest’ anno ci sarebbero almeno 2167 aspiranti con il Ministero che spiega ai giudici che nei prossimi due anni i posti a disposizione saranno 938.
Come si diceva all’ inizio, per fare il DS in Italia vale tanto la preparazione, ma ancora di più serve un buon avvocato.
“E se la questione degli ordinaristi sembrava oggettivamente campata per aria…”
CAMPATA PER ARIA?
E CHI HA SCRITTO QUEST’ARTICOLO RITIENE CHE VI SIA UN PARI TRATTAMENTO PER ACCEDERE ALLO “STESSO RUOLO” TRA CHI, I RISERVISTI, HA SVOLTO UN TEST A CROCETTE INSIEME A 2400 PERSONE (PROBABILMENTE NON TUTTE AVENDONE I REQUISITI), UN CORSO ON LINE DI 3 SETTIMANE E UN COLLOQUIO FINALE DI 9 MINUTI ENTRAMBI NON VALUTATI E NON SELETTIVI E GLI ALTRI, GLI ORDINARISTI, SELEZIONATI AL 7% NELLA PRESELETTIVA IN CLASSI DI 15-20 CON 4 SORVEGLIANTI E IN ATTESA DI SVOLGERE ALTRE DUE DURISSIME E SELETTIVE PROVE CONCORSUALI? E TRALASCIAMO IL CAMBIO DEL BANDO DEL CONCORSO CON LO SCIPPO DEI POSTI INIZIALMENTE DESTINATI ALL’ORDINARIO E ALTRE COSETTE… AVETE TEMPO DI RETTIFICARE SE VOLETE..LA QUESTIONE SARA’ LUNGA, MOLTO LUNGA…;-)
Veramente a dire che la questione era una fesseria è stato il TAR del Lazio.
Poi se invece il non detto del suo commento è la speranza di avere il concorso facilitato anche per gli ordinaristi, basta dirlo e dichiararsi con nome e cognome…
PS: così il TAR Lazio:
“Ritenuto, con riferimento al periculum in mora, che il pregiudizio lamentato dai ricorrenti risulta insussistente alla luce di quanto sopra e che, comunque, risulta il difetto della necessaria attualità non avendo gli istanti – come già evidenziato – ancora espletato tutte le prove della procedura ordinaria ed essendo pertanto allo stato titolari di una mera aspettativa all’immissione in ruolo;”