La lezione della legalità: Gli studenti raccontano le vittime di crimini e razzismo

La lezione della legalità: Gli studenti raccontano le vittime di crimini e razzismo

Un’educazione alla memoria per combattere l’indifferenza e l’odio

La strada verso una società più giusta passa anche attraverso la memoria. A ricordarcelo sono gli studenti della III G del Liceo Scientifico Filolao di Crotone, che, attraverso il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità”, hanno voluto dare voce alle tragiche storie di Ennio Petrosino e Rosa Zaza, una coppia di giovani sposi vittime della criminalità organizzata, e di Jerry Essan Masslo, un rifugiato sudafricano assassinato dalla camorra. Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), guidato dal professor Romano Pesavento, sostiene che queste testimonianze siano fondamentali per sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della giustizia e dei diritti umani.

 

La tragedia di Ennio e Rosa: un amore spezzato dalla criminalità

Era la sera del 25 agosto 1999 quando Ennio Petrosino e Rosa Zaza stavano tornando dalla Croazia. Mentre viaggiavano sull’autostrada Bari-Napoli, la loro macchina fu travolta da un veicolo guidato da un contrabbandiere di sigarette, con i fari spenti e in contromano. Un incidente che poteva essere evitato, un omicidio dettato dall’arroganza di chi si sente al di sopra della legge. Gli studenti di Crotone hanno descritto Ennio e Rosa come una coppia “meravigliosa, che viveva d’amore e d’accordo”, la cui vita è stata ingiustamente stroncata. “La criminalità organizzata ha strappato via la vita di Ennio e Rosa, ma non è mai riuscita a uccidere il loro amore che rimarrà per sempre”, ha scritto Alessio Sem, uno degli studenti. Una tragedia che rappresenta il volto spietato di un sistema criminale che continua a mietere vittime innocenti.

Jerry Essan Masslo: un simbolo della lotta contro il razzismo

Un’altra storia straziante è quella di Jerry Essan Masslo, un rifugiato sudafricano in cerca di un futuro migliore. Arrivato in Italia con la speranza di riunirsi alla sua famiglia in Canada, Jerry trovò invece un ambiente ostile, segnato da intolleranza e sfruttamento. La sera del 24 agosto 1989, mentre si trovava in un capannone a Villa Literno, fu ucciso da quattro pregiudicati legati alla camorra locale. La sua morte non fu vana: scosse l’opinione pubblica e portò a una maggiore attenzione verso i diritti dei rifugiati e degli immigrati in Italia, culminando nella prima manifestazione nazionale contro il razzismo il 7 ottobre 1989 a Roma.

Erika Pirillo, un’altra studentessa del Liceo Filolao, ha ricordato come Jerry, nonostante le avversità, avesse “pensato di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà”. Le sue parole sono un monito contro il razzismo e un appello alla solidarietà: “Ogni straniero ha la sua storia, il suo bagaglio di sofferenza, è un essere umano.”

Un progetto educativo per non dimenticare

Il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità”, promosso dal CNDDU, punta a educare i giovani alla legalità attraverso la narrazione di storie di vita e di morte, di coraggio e ingiustizia. “È avvilente e scoraggiante constatare che ogni anno si ripetano gli stessi disservizi e disattenzioni verso chi si trova a vivere situazioni difficili,” afferma il prof. Romano Pesavento, presidente del CNDDU. “Raccontare queste storie significa non solo fare memoria, ma anche costruire un futuro dove il rispetto dei diritti umani e la lotta contro la criminalità organizzata siano al centro della nostra società.”

Ennio Petrosino, Rosa Zaza, e Jerry Essan Masslo non sono più tra noi, ma le loro storie continuano a vivere, a insegnarci il valore della legalità, e a ricordarci che il silenzio e l’indifferenza non possono essere le nostre risposte.