Gentilissimi in nome del diritto di parola, che intendiamo esercitare, vorremmo avere la possibilità di esprimere ciò che pensiamo a proposito dei corsi INDIRE ex lege 106/2024.
Vogliamo innanzitutto lanciare ancora una volta un appello all’unità, alla valorizzazione delle competenze maturate sul campo e alla necessità di superare divisioni sterili tra categorie per il bene dell’istruzione e degli studenti.
1. Le competenze non si ottengono automaticamente
I corsi INDIRE per il sostegno sono destinati a docenti che hanno già maturato competenze e conoscenze sul campo, acquisite attraverso l’esperienza diretta in classe e l’impegno quotidiano. Non sono corsi per tutti, ma un riconoscimento e un completamento professionale per chi già possiede una solida base pedagogica e didattica. Quindi, non si tratta di una “scorciatoia” aperta indiscriminatamente, bensì di un corso mirato per chi ha già investito sul proprio ruolo e sulla propria professionalità.
Le competenze maturate sul campo sono fondamentali e non sono eguagliabili con titoli che spesso si limitano a formalità. L’esperienza quotidiana in aula, il lavoro con gli studenti con disabilità, le strategie didattiche sperimentate, sono patrimonio concreto che nessun titolo può sostituire.
Chi ha già queste competenze non può essere ridotto a un “tappabuchi” o essere buttato via, ma rappresenta una risorsa preziosa per l’intero sistema scolastico.
La scuola ha bisogno di docenti che siano non solo titolati, ma anche capaci di mettere in pratica le strategie più efficaci per l’inclusione e il successo di tutti gli studenti.
2. Il TFA italiano e il TFA europeo: due iter diversi, ma con finalità e dignità uguali
Il TFA italiano rappresenta per molti l’unico percorso rigoroso e legittimo che garantisce un livello di preparazione specifica e verificabile. Non dimentichiamo che anche il TFA italiano ha le sue pecche e in molti casi purtroppo non è esattamente come viene presentato.
La specializzazione europea, invece, viene ripugnata a prescindere e questa demonizzazione ha generato grandissimo disagio nei docenti che hanno deciso di conseguire il titolo all’estero.
Anche in questo caso si è generata l’ennesima “guerra tra poveri” alimentata in modo faziosamente capzioso da burattinai che hanno tutti gli interessi di creare solo divisioni.
3. La polemica tra categorie non fa il bene dell’istruzione
Continuare a dividerci in categorie contrapposte alimenta solo astio e frustrazione, danneggiando il mondo della scuola, già martoriato da molteplici criticità. La scuola ha bisogno di unità e di un senso di appartenenza condiviso, di una massa critica capace di spingere per riforme e innovazioni reali, non di divisioni che finiscono per rafforzare sistemi fondati troppo spesso su titoli “da collezione” o su logiche di avanzamento basate più sui punticini che sulle competenze effettive.
4. La necessità di un rinnovamento condiviso
Noi docenti dobbiamo unirci per contribuire a un cambiamento reale, valorizzando il patrimonio umano e culturale di ciascuno e ciascuna di noi. Solo così si può creare una scuola più inclusiva, innovativa e capace di rispondere alle sfide del futuro. La soluzione non è nel differenziarci in categorie, ma nel mettere a frutto le competenze, l’esperienza e la passione di tutti, senza distinzioni sterili.
In conclusione, per l’ennesima volta ci sentiamo in dovere di suonare la campanella per cambiare materia e assestarci verso nuove prospettive!
Abbandoniamo le divisioni e superiamo le polemiche che dividono le categorie. La vera sfida è creare una comunità professionale coesa, che metta al centro la qualità dell’insegnamento e il benessere degli studenti. I percorsi formativi sono importanti, ma altrettanto importante è riconoscere e valorizzare le competenze maturate attraverso l’esperienza sul campo. Abbiamo tutti il dovere di costruire una scuola migliore, capace di formare cittadini consapevoli e preparati per le sfide del domani.
Consideriamo i corsi INDIRE come il punto di partenza di un cambiamento indispensabile, volto a guidare i docenti verso un futuro di certezze e miglioramenti. La scuola e il sistema formativo, strettamente collegati al mondo del lavoro e all’istruzione, necessitano di un rinnovamento per affrontare con successo le sfide del domani.
Daniela Nicolò
Gruppi docenti di sostegno
Uniti per Indire