Nomine al CSPI: la CGIL esce dalla porta e rientra dalla finestra, Santoro “ripescata” grazie al CNEL

Nomine al CSPI: la CGIL esce dalla porta e rientra dalla finestra, Santoro “ripescata” grazie al CNEL

Le recenti polemiche attorno alla nomina di Anna Maria Santoro della CGIL FLC nel Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) sono sintomatiche di un malessere profondo nel mondo del personale ATA. Una nomina definita da molti come “caduta dall’alto” e che, indipendentemente dalla legittimità giuridica, appare inopportuna dal punto di vista politico e temporale.

La questione di fondo è il rispetto del voto democratico espresso dal mondo della scuola. Durante le elezioni per il CSPI, il personale ATA ha chiaramente scelto di non riconfermare Santoro come sua rappresentante. Nonostante ciò, grazie al meccanismo delle nomine esterne da parte del CNEL, la dirigente è stata comunque reintegrata nel Consiglio. Questo tipo di “ripescaggio“, pur previsto dalla normativa, è percepito come una manovra che mina la legittimità della rappresentanza e del buonsenso.

Dal punto di vista sindacale, molti avrebbero ritenuto più corretto un passo indietro da parte della Santoro e della CGIL FLC, in segno di rispetto per il voto popolare.

Le elezioni come tutti noi che viviamo la scuola e sappiamo che sono un momento di confronto democratico, in cui nel caso delle elezioni CSPI, il personale scolastico ha l’opportunità di scegliere i propri rappresentanti sulla base della fiducia nelle loro competenze e capacità di risposta alle esigenze del settore. Se il voto esprime una chiara sfiducia, forzare una nomina in questo modo, può soltanto inasprire gli animi già agitati di un segmento della scuola in piena pressione.

Questa vicenda mette in luce un problema più ampio: la crescente distanza tra la dirigenza sindacale e la base rappresentata, i numeri delle scorse elezioni CSPI avrebbero dovuto insegnare qualcosa a qualcuno, un monito vero, invece sembra che a nulla sia servito, visto i fatti.

La Santoro, pur conoscendo bene le dinamiche interne al mondo scolastico e sindacale, non è riuscita probabilmente a interpretare adeguatamente le richieste del personale ATA, specialmente alla luce delle scelte compiute in sede di contrattazione nazionale (CCNL 2019-2021) e questo gli è costato giustamente il posto nel nuovo CSPI.

Che oggi il personale ATA protesti non è affatto sorprendente, ma piuttosto una reazione comprensibile e legittima. Se il sistema permette di uscire dalla porta e rientrare dalla finestra, come nel caso della Santoro, è inevitabile che si sollevino accuse di manipolazione e mancanza di rispetto verso le scelte espresse dal corpo elettorale.

Questa situazione dimostra come il mondo della scuola, e in particolare il personale ATA, non si accontenti più di accettare passivamente le decisioni prese ai livelli più alti, ma chieda che la propria voce venga ascoltata e rispettata. La gestione delle prossime fasi sarà cruciale: se le critiche verranno ignorate, la sfiducia nei confronti di sindacati rappresentativi come la CGIL diventerà inevitabile.

 

I post sui social hanno amplificato comunque il malcontento, definendo la nomina come un “ripescaggio” non legittimato dal voto democratico e denunciando quella che vedono come una mancanza di rispetto per le scelte dei lavoratori.

Nemmeno le elezioni democratiche e le scelte dei lavoratori si rispettano più!”, facendo appello alle dimissioni del Ministro, accusato di essere “contro tutti i lavoratori della scuola”.

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