Gentili colleghe e colleghi,
desidero rispondere all’articolo in questione, evidenziando alcuni punti che meritano una riflessione più approfondita. È fondamentale chiarire che la valutazione dei titoli esteri non è compito nostro, ma del Ministero dell’Istruzione e del Merito. I titoli di specializzazione conseguiti all’estero sono validi e, se necessario, possono essere soggetti a compensazione, ma non è nostro compito entrare nel merito di questa valutazione. Vogliamo però anche noi farci sentire visto e considerato che ormai ci stanno contrastando senza farci entrare in questo dibattito. Finalmente ci siamo. Vi siete accorti di noi.Inoltre, è triste constatare che continuiamo a contrapporci in questo dibattito, dando un’immagine poco costruttiva della nostra professione. È altrettanto inaccettabile che ci siano colleghi che denigrano i corsi INDIRE ancor prima della loro attuazione, senza avere informazioni concrete su come saranno strutturati. Questo atteggiamento non favorisce un clima di collaborazione e rispetto reciproco.
Riguardo alle analogie tra il TFA e i titoli di specializzazione europei, è importante sottolineare che il TFA, pur essendo Made in Italy, non è l’unico percorso valido. I titoli di specializzazione conseguiti in altri Paesi europei possono avere caratteristiche diverse, ma non per questo devono essere considerati inferiori o non spendibili. La diversità dei percorsi formativi non implica necessariamente una disparità di valore.
Analizziamo ora i punti sollevati nell’articolo:
1. Preselezione: È vero che il TFA prevede una serie di prove selettive, ma questo non significa che i titoli esteri siano meno validi o che siano privi di preselezione. Ce l’hanno e ad ogni modo ogni sistema formativo ha le proprie modalità di accesso e selezione, e non possiamo giudicare un titolo solo sulla base di questo criterio.
2. Frequenza online: I corsi in presenza sono sicuramente un valore aggiunto, ma non possiamo ignorare che anche i corsi online possono offrire esperienze pratiche e laboratoriali di alta qualità. La modalità di erogazione non è l’unico fattore determinante per la qualità della formazione. Forse i corsi abilitanti su materia da 30 CFU online frequentati in massa anche dai docenti specializzati su sostegno con i TFA italiani sono anch’essi da condannare? Chiediamo che vengano ritirate tutte le abilitazioni così conseguite?
3. Tirocinio diretto: Sebbene il TFA preveda un tirocinio diretto in presenza, è importante considerare che i titoli esteri includono esperienze pratiche equivalenti, anche se non strutturate nello stesso modo. La qualità dell’esperienza formativa non è esclusivamente legata alla modalità di svolgimento.
4. Valutazione: La valutazione numerica del TFA è un aspetto da considerare, ma non possiamo dimenticare che la valutazione descrittiva di altri titoli può fornire informazioni altrettanto utili e significative. La diversità nei metodi di valutazione non deve essere vista come un limite, ma come un’opportunità per arricchire il panorama formativo. Siete poi davvero certi che la valutazione non sia numerica?
In conclusione, è fondamentale che ci concentriamo su un dialogo costruttivo e rispettoso, evitando di sminuire il valore delle esperienze formative altrui. La nostra professione richiede collaborazione e apertura mentale, e non possiamo permetterci di perpetuare divisioni che non giovano a nessuno. È compito del Ministero valutare e riconoscere i titoli esteri, e noi dobbiamo sostenere un clima di rispetto e professionalità, piuttosto che alimentare polemiche infondate. Vi aspettiamo a scuola, uniti tutti per il bene comune e non continuamente contrapposti.Cordiali saluti colleghiDaniela Nicolò
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Gruppo Uniti per INDIRE: la nostra risposta all’ articolo del 24 febbraio
