Riforma del voto in condotta: i commenti di politica e sindacati

paola frassinetti
PAOLA FRASSINETTI, SOTTOSEGRETARIO ALL'ISTRUZIONE

L’ approvazione della riforma del voto in condotta e del ritorno ai giudizi sintetici nella scuola primaria ha scatenato gli uffici stampa di politici e sindacato. La riforma, nelle intenzioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, mira a rafforzare la responsabilità degli studenti e ristabilire l’autorevolezza del corpo docente. Scetticismo dalle forze di opposizione e dai sindacati.

Le misure della riforma

La riforma introduce il ritorno del voto in condotta come elemento determinante per la promozione o bocciatura degli studenti. Chi riceverà un voto inferiore a sei in condotta dovrà affrontare prove di recupero, anche in vista dell’esame di maturità. La riforma prevede inoltre sanzioni pecuniarie per le famiglie degli studenti che aggrediscono verbalmente o fisicamente il personale scolastico, con l’obiettivo di tutelare il rispetto e l’integrità degli insegnanti.

A livello di scuola primaria, la riforma abbandona i giudizi descrittivi introdotti negli ultimi anni, preferendo un ritorno ai giudizi sintetici come “ottimo” o “insufficiente”, giudicati più comprensibili dalle famiglie. Secondo il ministro Valditara, la chiarezza dei giudizi dovrebbe migliorare la comunicazione scuola-famiglia e stimolare gli studenti a migliorare le proprie prestazioni.

Le reazioni della maggioranza

Esponenti della maggioranza, come il sottosegretario Paola Frassinetti di Fratelli d’Italia, hanno accolto positivamente il provvedimento. “Sono soddisfatta per l’approvazione definitiva”, ha dichiarato Frassinetti, sottolineando come la riforma fosse una “battaglia storica” del suo partito. Per Frassinetti, i giudizi sintetici offrono una valutazione chiara e accessibile, senza intenti punitivi, ma con l’obiettivo di stimolare gli studenti a migliorare.

Anche il ministro Valditara ha espresso soddisfazione, affermando che la riforma non solo ristabilisce il senso di responsabilità negli studenti, ma anche l’autorevolezza degli insegnanti. Secondo Valditara, la condotta tornerà a essere un parametro significativo, non solo formale, per valutare il comportamento degli alunni.

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, applaude le nuove misure. Giannelli ha definito il voto in condotta un passo importante per ristabilire ordine e rispetto nelle aule scolastiche. Inoltre, ha elogiato l’introduzione delle sanzioni per le aggressioni al personale scolastico, ritenendola una misura adeguata per contrastare episodi di violenza​.

Le critiche

Le critiche più dure sono arrivate dalle forze di opposizione e dai sindacati. Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, ha definito la riforma “repressiva e retrograda”, sostenendo che non affronta i veri problemi della scuola, come il sovraffollamento delle classi, gli stipendi inadeguati degli insegnanti e la mancanza di strutture moderne. Fratoianni ha criticato l’idea che un voto in condotta possa risolvere questioni sistemiche più profonde.

Anche Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, ha espresso preoccupazioni simili. Fracassi ha contestato la misura del voto in condotta, considerandola una manifestazione di un’idea di scuola autoritaria, che rischia di peggiorare il rapporto educativo tra docenti e studenti. Secondo Fracassi, l’introduzione di giudizi sintetici e la centralità del voto in condotta sono passi indietro rispetto al dialogo educativo che si stava costruendo negli ultimi anni, e non tengono conto della necessità di maggiore supporto educativo e di una migliore valorizzazione del personale scolastico​.

Sindacati e Studenti: maggiore partecipazione

Alcuni sindacati e organizzazioni studentesche hanno sottolineato la necessità di un maggiore coinvolgimento nel processo decisionale. In particolare, la FLC CGIL ha chiesto che, nella fase di modifica dello Statuto degli studenti e delle studentesse, si dia voce anche alle organizzazioni studentesche, per garantire che le nuove normative non siano imposte dall’alto senza un adeguato confronto con le parti coinvolte​.

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