Supplenze a Roma: 20.000 domande con titoli falsi o non riconosciuti

Aggressioni docenti

L’emergenza supplenze nelle scuole romane sta assumendo contorni sempre più preoccupanti. Secondo un articolo de Il Messaggero, su 100.000 domande presentate per ottenere una cattedra da supplente nella Capitale, ben il 20% include aspiranti con titoli non validi. Questo scenario, che coinvolge circa 20.000 docenti, mette in evidenza le criticità del sistema di assegnazione delle supplenze e delle graduatorie provinciali.

La situazione attuale

Nel 2024, sono state presentate a Roma e provincia 98.930 domande per le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), necessarie per l’assegnazione delle cattedre temporanee. Ogni docente riceve un punteggio calcolato attraverso un algoritmo che tiene conto di vari fattori, tra cui gli anni di servizio e i titoli dichiarati. Tuttavia, quest’anno sono stati espunti 20.000 titoli dal calcolo finale, creando confusione e incertezza tra gli aspiranti supplenti.

La questione dei titoli Clil

Tra i titoli non validi, la maggior parte è rappresentata dai certificati Clil (Content and Language Integrated Learning), che attestano l’apprendimento di una lingua straniera attraverso moduli didattici specifici. Fino a giugno scorso, erano in circolazione numerosi corsi per ottenere questo tipo di riconoscimento, ma il Ministero ha recentemente chiarito che solo i titoli rilasciati dalle università possono essere considerati validi.

Inoltre, l’algoritmo ha incontrato difficoltà anche con altre tipologie di titoli, come gli anni di servizio pre-laurea, titoli esteri o punteggi ottenuti tramite il servizio civile universale. Questi elementi hanno ulteriormente complicato il processo di assegnazione delle supplenze.

Il processo di verifica

Dopo la chiusura della finestra per la presentazione delle candidature, inizia un complesso processo di verifica dei punteggi. L’Ufficio scolastico regionale si occupa di ricalcolare i punteggi in caso di errori, ma il controllo non termina qui. Una volta completata questa fase, la responsabilità passa ai dirigenti scolastici, i quali devono verificare i titoli di accesso dei docenti che si candidano per le cattedre.

Solo dopo questo secondo controllo i presidi possono convalidare l’assegnazione delle cattedre, un passaggio fondamentale per garantire che solo i docenti con titoli validi possano entrare in servizio. Tuttavia, la mole di lavoro ricade sulle spalle delle segreterie, spesso sottodimensionate e sotto pressione.

L’Odissea dei presidi

La dirigente scolastica Katia Tedeschi, del Liceo Scientifico Avogadro di Roma, ha condiviso le sue preoccupazioni riguardo alla situazione. “Noi pensiamo che eventuali errori non siano mai fatti in cattiva fede, quindi speriamo che si tratti di distrazione,” ha dichiarato a il Messagero. Sottolineando tuttavia, che gli aspiranti supplenti hanno a disposizione il tempo necessario per compilare le domande e che esistono associazioni pronte a fornire chiarimenti.

Il peso della validazione dei titoli ha un impatto diretto anche sul funzionamento degli uffici amministrativi delle scuole. “Il lavoro è impegnativo e se ci sono solo due persone in segreteria, quel lavoro sarà più lento. Le segreterie sono in affanno rispetto alla mole di lavoro,” ha aggiunto Tedeschi.

Un sistema da cambiare

Il caos delle supplenze a Roma mette in luce la necessità di una riforma del sistema di gestione delle graduatorie e dei titoli. La situazione attuale non solo genera confusione tra i docenti, ma crea anche un sovraccarico di lavoro per le scuole e i presidi, compromettendo l’efficienza del sistema educativo.

Per affrontare questo problema, sarebbe opportuno implementare procedure più chiare e trasparenti per la validazione dei titoli, nonché investire risorse adeguate negli uffici amministrativi delle scuole. Solo così si potrà garantire un sistema di supplenze equo e funzionante, in grado di rispondere alle esigenze di studenti e docenti.

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