Serrato dibattito tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e i sindacati riguardo ai fondi per i docenti tutor e orientatori. Al centro della questione, la riduzione del fondo nazionale originario, che ammontava a 150 milioni di euro e con la nuova finanziaria risulterebbe quasi dimezzato. Con la nuova Legge di Bilancio questa cifra si ridurrebbe a 84 milioni di euro, ai quali però il Mim prevede di aggiungere 183 milioni provenienti dai fondi europei del programma Poc “Per la scuola” per il 2024/2025.
I timori dei sindacati: gestione complessa dei fondi europei
I sindacati, tra cui la FLC CGIL, hanno criticato questa riduzione del fondo nazionale e l’affidamento ai fondi comunitari, sottolineando che per accedere a queste risorse sarà necessario un impegno significativo da parte delle segreterie scolastiche e del personale amministrativo. Secondo la FLC CGIL, la gestione dei fondi europei comporta attività burocratiche aggiuntive che potrebbero gravare ulteriormente sulle già sovraccariche segreterie delle scuole.
Questa situazione si discosta nettamente dalla promessa iniziale fatta di destinare risorse al nuovo sistema di tutoraggio e orientamento. Sebbene i fondi europei rappresentino una risorsa importante, la loro gestione richiede una serie di procedure e rendicontazioni che richiedono un’attenzione costante da parte delle segreterie, rallentando la disponibilità pratica dei fondi stessi.
La risposta del MIM: nuove opportunità di retribuzione per il personale
Di fronte a queste critiche, il ministro Giuseppe Valditara ha difeso il nuovo modello di finanziamento, sottolineando che l’uso dei fondi europei non deve essere visto come un peso, ma come un’opportunità. Secondo il MIM, l’integrazione di queste risorse permetterà di riconoscere economicamente anche il lavoro aggiuntivo svolto dal personale amministrativo e dalle segreterie scolastiche, che avranno un ruolo attivo nella gestione delle risorse destinate ai progetti di tutoraggio e orientamento.
Valditara ha ribadito che questa configurazione di fondi, che unisce risorse nazionali ed europee, offre la possibilità di mantenere i livelli retributivi dello scorso anno per i tutor e orientatori, oltre a valorizzare ulteriormente l’impegno del personale amministrativo. Questo approccio, a suo dire, garantirebbe una distribuzione più equa e flessibile delle risorse a livello territoriale, migliorando il supporto alle scuole e ai bisogni deglistudenti.