Valutazione Dirigenti Scolastici: concluso il confronto tra Ministero e sindacati

Illustrazione di una riunione in una sala conferenze scolastica, con funzionari ministeriali e rappresentanti sindacali che discutono il sistema di valutazione dei dirigenti scolastici. Sul tavolo sono presenti documenti, laptop e una lavagna con diagrammi di valutazione. L'ambiente è formale, con scaffali di libri e simboli educativi sullo sfondo.

Un confronto acceso sulla valutazione dirigenti scolastici

Il confronto tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e le principali organizzazioni sindacali sul nuovo sistema di valutazione dirigenti scolastici si è concluso il 19 dicembre 2024. La bozza del decreto ministeriale, che definisce criteri e modalità di valutazione, ha suscitato forti reazioni e critiche da parte dei sindacati, tra cui FLC CGIL, CISL Scuola e ANP.

Nonostante alcune modifiche accolte dall’Amministrazione, le divergenze restano profonde, alimentando il dibattito sulla compatibilità del sistema con l’autonomia scolastica garantita dalla Costituzione.

Il nuovo sistema di valutazione: struttura e critiche

Il nuovo sistema prevede una valutazione articolata in due componenti principali:

  • Obiettivi annuali: Definiti dai Capi Dipartimento e dai Direttori Regionali, contribuiscono per 80 punti al punteggio finale.
  • Comportamenti professionali e organizzativi: Valutati dai Direttori Regionali, pesano per 20 punti.

La struttura generale assegna un massimo di 100 punti, ma il sistema è stato criticato per la mancanza di coinvolgimento dei dirigenti scolastici nella definizione degli obiettivi e per il carattere gerarchizzato del processo di valutazione.

Secondo i sindacati, il sistema non considera le specificità dell’autonomia scolastica e rischia di trasformare i dirigenti in meri esecutori di direttive dall’alto.

L’ opposizione della FLC CGIL

La FLC CGIL si oppone fermamente al nuovo sistema di valutazione dirigenti scolastici, ritenendolo un attacco diretto all’autonomia scolastica e una violazione della libertà professionale dei dirigenti. L’organizzazione ha richiesto il ritiro del decreto, sottolineando che il sistema proposto:

  • Riduce i dirigenti a esecutori di obiettivi politici.
  • Contrasta con il principio di autonomia scolastica sancito dalla Costituzione.
  • Non promuove lo sviluppo professionale.

Le proposte della CISL Scuola

La CISL Scuola, pur riconoscendo alcuni miglioramenti apportati dall’Amministrazione, evidenzia numerose criticità. Tra i punti più contestati:

  • Mancata partecipazione dei dirigenti nella definizione degli obiettivi.
  • Assenza di correlazione tra il contesto scolastico e i criteri di valutazione.
  • Mancanza di prospettive di sviluppo professionale.

La CISL Scuola chiede un monitoraggio costante del sistema, con successivi confronti per apportare miglioramenti.

Le osservazioni dell’ANP

L’ANP (Associazione Nazionale Presidi) ha evidenziato alcune problematiche tecniche, pur apprezzando i correttivi introdotti. Tra le richieste avanzate:

  • Maggiore chiarezza nella relazione tra obiettivi nazionali, regionali e autonomia scolastica.
  • Riduzione delle interferenze tra gli obiettivi dei dirigenti e le competenze degli organi collegiali.
  • Valutazioni più ancorate a evidenze misurabili.

L’ANP insiste affinché il processo di valutazione tenga conto delle peculiarità del lavoro del dirigente scolastico, evitando di uniformare eccessivamente il sistema.

Il prossimo passo: parere del CSPI

Concluso il confronto con i sindacati, il decreto passerà ora al vaglio del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI). L’Amministrazione ha assicurato che terrà conto delle osservazioni ricevute e procederà rapidamente per garantire chiarezza e trasparenza ai dirigenti scolastici.

Conclusioni

La valutazione dirigenti scolastici si conferma un tema centrale per il sistema educativo italiano. Le posizioni dei sindacati evidenziano preoccupazioni legate all’autonomia scolastica e alla valorizzazione professionale dei dirigenti. Il dibattito continuerà nei prossimi mesi, mentre si attende il parere del CSPI per un’eventuale revisione del sistema.

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